CUNEO
MARIO ROSSO - Ho letto con attenzione l’articolo di Guido Chiesa. Complimenti sinceri perché, ahimè, quanto afferma è terribilmente vero. Vero quando parla dei “mille talk shows” che NON aiuteranno a farsi una seria opinione e serviranno soltanto a inasprire le contrapposte posizioni, allontanando il cittadino medio dalla conoscenza ponderata del merito della riforma costituzionale. Vero anche quando afferma che “non tutti … avranno il tempo e la voglia di entrare nel merito di ciascun aspetto della questione e diventare così dei piccoli costituzionalisti”, ma spero che su questo punto si sbagli.
Continuiamo tutti a parlare di democrazia, ma pensiamo soltanto ai diritti, ben raramente ai doveri del buon cittadino e, fra i doveri del buon cittadino, se davvero ama e desidera la Democrazia, vi è anche quello di informarsi seriamente, di respingere le suggestioni televisive o di Internet e di ragionare con la propria testa, magari leggendo un libro, meglio se due (uno pro e l’altro contro), altra cosa che, aimè, si fa ben poco nel nostro Bel Paese.
Un esempio tipico della disinformazione televisiva è una frase pronunciata dal filosofo Cacciari in televisione sulla riforma: “Voterò sì, anche se fa schifo”. Frase sicuramente a effetto, ma terribilmente superficiale e non degna di uno studioso, che fra l’altro stimo e rispetto. Anche lui evidentemente si è “telesivizzato”. Peggio ancora lo scontro sempre in tv fra Renzi e Travaglio; quest’ultimo si è distinto in provocazioni prive di contenuto, spesso sbagliate con supponenza. E’ arrivato a dire che il Governo ha posto la fiducia su alcune norme costituzionali, il che è falso perché la fiducia non è consentita sulle norme costituzionali; ha affermato di aver letto il nuovo articolo 70 della Costituzione e di non averci capito niente.
I casi sono due: "o lo fa o lo è" e certe affermazioni sono tipiche di chi ha ben poche cartucce da spendere nel merito. Io, che pure non sono un’arca di scienza, l’ho letto e l’ho capito.
Certo è più complesso del precedente, perché con la fine del bicameralismo paritario occorreva elencare le materie di competenza del nuovo Senato delle Autonomie e specificare i meccanismi da applicare nei casi di doppia lettura, ma che sia incomprensibile è davvero una bufala (è vero che, secondo un uso ormai invalso, le materie di competenza sono riportate non con frasi e titoli, ma con il semplice richiamo alla norma corrispondente, il che ne rende meno facile la lettura, ma la sostanza non cambia e in sede di applicazione non vi sarà pericolo di fraintendimenti). Eppure sono certo che per la maggior parte degli ascoltatori ha vinto Travaglio, perché Renzi cercava di parlar del merito della riforma e il merito non va alla pancia (meglio colpire l’ascoltatore con frasi a effetto, anche se sbagliate).
Per non parlare dei social networks: poche parole, poche righe per esprimere concetti che richiederebbero ben altro approfondimento. Quel che conta non è capire, ma colpire, ottenere consenso, più visioni e condivisioni, più voti o più lettori, non ragionare seriamente per il bene di tutti.
“Manipolazione e sfruttamento non sono affatto spariti, ma si manifestano con modalità nuove”, afferma A.Granelli a proposito dei social network, con l’aggravante, aggiungo, che i fruitori sono in buona fede convinti di essere parte attiva e cogeneratori del nuovo pensiero, quando, invece, sono ancor più facilmente manipolabili dai nuovi capi (i padroni e i manipolatori dei networks) i quali (A.Spadaro) gestiscono in modo “tribale” il loro potere guadagnandosi la legittimità con “procedure di autorità indicizzata (come il numero dei lettori dei propri blog o degli utenti portati su Facebook)”.
E’ la fabbrica di desideri e illusioni che cancella la nostra memoria (Bauman); il nuovo potere che si è impossessato di televisione e di internet e sta diventando “un potere troppo grande per la democrazia” (Popper).
E “quer pasticciacciaccio brutto” cui accenna Chiesa è la riforma o il modo in cui se ne sta discutendo? Sicuramente il modo (così è secondo me e, mi pare di aver capito, è anche il pensiero di Chiesa). Io so soltanto che mi viene il mal di stomaco ogni volta che discutendo della riforma con altri mi sento rispondere da taluni con slogan facili e suggestivi, che hanno ben poco a che fare con la riforma e dimostrano che non la conoscono (vittime inconsapevoli dei capi tribali cui ho accennato).
Ho una nipotina di quattro anni e mezzo e sono preoccupato per lei. Se il mondo che si sta costruendo è così superficiale e senza memoria, c’è davvero da preoccuparsi, perché, andando avanti di questo passo, sarà messa seriamente in pericolo la Democrazia.
Non dalla riforma, ma dal modo in cui molti ne parlano, dai manipolatori del nostro pensiero che giocano sulla pigrizia o sulla faciloneria di molti, che ci danno informazioni superficiali e a effetto per allontanarci dalla seria e ponderata conoscenza dei problemi, veicolando il nostro giudizio e, peggio, il voto.
Spero con tutto il cuore che non sia così.
Mario Rosso