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"Quer pasticciaccio brutto" del Referendum Costituzionale riguarda anche noi

CUNEO

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GUIDO CHIESA - Qualche tempo fa, sul Corriere della Sera, è comparso un azzeccato articolo sulle diverse tipologie dei sostenitori del No al prossimo Referendum Costituzionale: gli oppositori di Renzi senza se e senza ma, ossia quelli che vedono nel Referendum una magnifica occasione per mandarlo a casa, i conservatori, che difendono la Costituzione più bella del mondo e non vogliono sentire parlare di cambiamenti, e i perfezionisti, ai quali alcuni aspetti della riforma non vanno proprio giù.

Specularmente, dico io, potremmo distinguere le diverse tipologie dei sostenitori del Sì: gli innamorati di Renzi, ossia quelli che sottoscriverebbero qualunque cosa egli faccia, i rottamatori, per i quali è bene tutto ciò che segna una rottura con il passato, e i minimalisti, ossia coloro per i quali la riforma, ancorché criticabile, è sempre meglio di niente.

In mezzo, milioni di cittadini che nei prossimi mesi cercheranno di comprendere le ragioni del No e del Sì. Bisogna dire che il compito è veramente arduo: le tematiche sono così numerose e con implicazioni tali da scoraggiare anche i più volenterosi. Non tutti infatti avranno il tempo e la voglia di entrare nel merito di ciascun aspetto della questione e diventare così dei piccoli costituzionalisti.

Né li aiuteranno a farsi una opinione  i mille talk shows ove, da una parte, si paventeranno i rischi di una poco probabile evoluzione autoritaria del nostro sistema politico e, dall’altra, si magnificheranno i magri risparmi sugli stipendi dei senatori e la rinnovata efficienza del nostro Parlamento. Dimenticando che il problema del nostro Paese non è la mancanza di norme – ce ne sono anzi troppe e, in molti casi, troppo restrittive – ma l’assuefazione all’illegalità e la corruzione che hannoormai pervaso ogni aspetto della vita quotidiana.

E allora tanti rinunceranno a capire. Alcuni andranno a votare per senso di responsabilità scegliendo all’ultimo momento in base ai criteri più disparati. I più, temo, rifiuteranno il diktat: “o mangi ‘sta minestra o salti dalla finestra” e si avvarranno del diritto costituzionalmente garantito di astenersi. Oltretutto, non essendoci alcun quorum da raggiungere affinché il referendum sia valido, non potranno neppure essere accusati di aver messo i bastoni tra le ruote all’approvazione della riforma.

Se così sarà – si accettano scommesse - forse avremo la riforma della Costituzione, ma certamente la campagna elettorale e il Referendum saranno stati un momento di basso profilo della vita politica di questo paese. L’ennesimo.

Guido Chiesa

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