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Il valore artistico di quella cantina pop disegnata dall'architetto Arnaudo di Cuneo a Barolo

ALBA

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"Ritengo giusto che le "barriere" vadano sdoganate: salvaguardare l'identità di un territorio non deve essere il pretesto per consolidare un processo di "imbalsamazione" ambientale a danno delle attese di una comunità. [...] Le due macro cassette di legno portabottiglie, incipit immaginativo di una tradizione, hanno dato fiato al sonno di un territorio.

[...] Quello che meraviglia di Arnaudo è la scelta di concepire i ridotti volumi esterni - la parte essenziale della cantina è nascosta sottoterra come l'anima che struttura le qualità organolettiche del Barolo - come qualcosa messa lì temporaneamente, cioè pronta per essere trasportata via, direi "in transito", in viaggio dalla terra alle tavole imbandite nelle case o nei ristoranti di tutti i continenti. Ha coniugato aspetti che sono primari per chi come me si sente coinvolto nello studio e nella progettazione di interventi "ambientali", aspetti che guardano alle ricadute sul territorio sociale, soprattutto sui giovani che leggono la semplicità di tale linguaggio, perché vicino al loro essere, con un senso di attualità.

Anche la mega scritta, con caratteri a stampa, richiama scritte o firme proprie della cultura del writer. Una scritta che interpreta il vivo piacere della "trasgressione", del cedere a "Bacco": un cedere che per Sandra Vezza, la committente (patron della Gufram, storica azienda italiana di design), ha significato un nuovo modo di guardare la creatività".

Prof. Massimo Bignardi, docente di Storia dell'Arte Contemporanea e di Arte Ambientale e Architettura del Paesaggio all'Università di Siena

(Nella foto la cantina "pop" a forma di casse di vino progettata dall'architetto di Cuneo a Barolo - Leggi anche QUI)

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