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VICOFORTE/ Vittorio Emanuele III, né sconti né demonizzazione: convegno sabato 10

MONDOVì

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ALDO A. MOLA -  "Gli anni delle tempeste": è la sintesi del lungo regno di Vittorio Emanuele III, in trono dal 29 luglio 1900 (dopo l'assassinio di suo padre) al 9 maggio 1946, quando abdicò e partì per l'estero, cittadino di pieno diritto. In pochi anni si susseguirono eventi drammatici e traumatici: lo slittamento dell'Italia a fianco della Germania di Hitler sia ideologico (razzismo incluso) sia militare, l'ingresso in guerra, la sconfitta su tutti i fronti, l'invasione del Paese, che divenne teatro di guerra tra tedeschi e anglo-americani e di lotta tra opposte fazioni.

La complessa tematica è al centro del convegno di Vicoforte (Casa Regina Montis Regalis, attigua alla Basilica, sabato 10 ottobre, dalle 11 alle 19), organizzato dalla Associazione Giovanni Giolitti (Cavour), dalla Associazione di Studi sul Saluzzese e dal Gruppo Croce Bianca (Torino) con relazioni su temi anche scomodi: la strategia del Comando supremo durante la guerra, l'influenza della Repubblica sociale sulla legislazione postbellica, il ruolo del Maresciallo Giovanni Messe nella riscossa dell'Esercito, la cinematografia durante la RSI, il Re nella stampa repubblicana di Trieste, l'Italia e gli USA, Ernesto Buonaiuti, l'“eretico”, e l'approdo finale alla rinata libertà.

Quale fu il ruolo di Vittorio Emanuele III in quelle tragiche vicende? Senza sconti, né demonizzazione, alla luce dei fatti e dei documenti lo esaminano storici obiettivi quali Tito L. Rizzo, GianPaolo Ferraioli, Gianpaolo Romanato, Luca G. Manenti, Aldo G. Ricci, Carlo Cadorna, Antonio Zerrillo, Giorgio Sangiorgi, presieduti da Giuseppe Catenacci (Associazione “Nunziatella”) e Gianni S. Cuttica (Consulta dei senatori del regno). Benché privo di sostegno politico, tanto di fascisti “moderati” quanto di antifascisti, fu il Re a revocare Mussolini da capo del governo. Il 25 luglio 1943 esercitò il potere di sovrano statutario e avviò l'Italia verso l'armistizio, l'alleanza con le Nazioni Unite e la ricostruzione. Nella guerra l'Italia cadde, ma sul fianco meno doloroso; e grazie a lui si poté riprendere.

Al convegno Gianni Rabbia e Alessandro Mella, presidente della ASSGG, presentano il volume Il Regno di Vittorio Emanuele III dall'età giolittiana al consenso per il Regime, 1900-1937 (ed. BastogiLibri, pp.440), ampia e articolata panoramica delle vere responsabilità della lenta deriva dalla democrazia parlamentare al regime di partito unico: una sequenza di “passaggi” sempre approvati dalla Camera dei deputati, eletta a suffragio universale nel 1919,1921,1924,1929.

Dopo l'abdicazione del re e la partenza di Umberto II per l'esilio (13 giugno 1946) i più trovarono facile e comodo addossare alla monarchia errori collettivi degli italiani, come ancora fanno libri grossi ma non grandi. Tempo è venuto di fare i conti con la storia vera.

Aldo A. Mola

Il convegno di sabato 10 ottobre a Vicoforte

VITTORIO EMANUELE III
NE' SCONTI, NE' DEMONIZZAZIONE

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