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Usa: Trump sguinzaglia gli avvocati prima ancora che si concluda lo spoglio elettorale

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Assisteremo a giorni o settimane di liti, contese di vario tipo, dichiarazioni - roboanti da parte di Trump e contenute da parte di Biden - da quando il giorno delle elezioni presidenziali - e non solo - è giunto alla mezzanotte. La nottata ha visto Biden per primo ringraziare gli elettori ed affermare che la presidenza verrà assegnata dal popolo americano, poiché occorrerà attendere il conteggio delle schede e la verifica della legalità della votazione. Trump, in pompa magna, ha dato luogo ad una cerimonia di insediamento come se avesse ottenuto la riconferma. Alla Casa bianca, accompagnato da moglie e figlio, tutti con abiti di circostanza, ovviamente senza il cappellino rosso e come sempre tutti senza mascherina, come l’ampio pubblico di invitati, osannante. Sfondo di bandiere a stelle e strisce, accompagnamento dalla musica della marcia reale. Ha affermato di essere il vincitore. Però, al momento, non poteva essere dichiarato tale, poiché la malvagità dell’avversario Biden e dei democratici cercava di imbrogliare e malversare l’esito, certamente scontato, delle votazioni, a suo vantaggio. Occorrerà quindi contrastare in ogni modo tale disegno, posto in atto dagli avversari.

Alcuni commentatori hanno evidenziato che stuoli o plotoni di avvocati sono stati allertati da ambedue gli schieramenti. Trump, avendo nominato la giudice costituzionale di stretta fede repubblicana, rapidamente confermata dal Senato a maggioranza repubblicana, ritiene di avere la vittoria in tasca, se si arriverà al giudizio della Suprema corte. I giudici dovrebbero, essendo stati designati dal suo partito, decidere soltanto secondo i desiderata dello stesso, a prescindere dalla legge e dalla Costituzione. Singolare concetto dell’indipendenza del giudice. Anche da noi qualche politico non ha fatto mistero di ritenere di avere dei crediti da esigere da parte di designati alle cariche supreme: Corte costituzionale e Consiglio superiore della magistratura. Invece -questo vale per noi come per tutte le democrazie - i giudici, assunto l’incarico, debbono essere neutrali e staccare la spina dal partito e dagli esponenti che li avevano proposti.

Trump, con la delicatezza e sensibilità che lo contraddistinguono, non mancherà di interferire pesantemente sui giudici costituzionali d’area repubblicana, come se fosse normale ottenere un ritorno di gratitudine dagli stessi. Quanto siano educative, per gli elettori, soprattutto se giovani, fiduciosi nell’onestà delle istituzioni e della neutralità dei giudici queste affermazioni, si può immaginare. Vedo i plotoni di avvocati ai nastri di partenza, pronti a lanciarsi su ogni verbale di ogni seggio elettorale, per far riconteggiare le schede, verificare i verbali, le modalità seguite, rilevare immancabili errori, minacciare e poi realizzare azioni giudiziali, ricorsi, appelli. Per arrivare, dopo mesi di contese, alla Suprema corte, dove la giudice neonominata dovrebbe votare secondo l’interesse del suo proponente, così come gli altri giudici di fede repubblicana. Così Trump potrà essere proclamato vincitore ed il cattivo Biden verrà sconfitto e deriso.

Negli Usa gli avvocati vengono collocati - da alcuni sondaggi circa il gradimento delle categorie professionali da parte del pubblico utente - al penultimo posto, prima dei venditori di auto usate, ai quali tocca la maglia nera. Da noi non è infrequente che neoricchi o ricche affermino "le sguinzaglierò contro i miei avvocati!". Me li vedo, tenuti al guinzaglio dalla padrona - "i miei avvocati" - pronti ad essere liberati per correre a perdifiato contro gli avversari. Con più rispetto, nel mondo rurale nostrano di qualche tempo fa, da chi asseriva di aver subito un torto magari dal vicino per questioni di acqua irrigatoria o di galline danneggianti l’orto, si diceva: ”O lo faccio mordere dal cane o gli faccio scrivere dall’avvocato”. Nei cui confronti si notava rispetto.

Per l’agricoltore arrabbiato, l’avvocato non era "mio" ed era oggetto di considerazione, per l’efficacia dell’azione che avrebbe potuto svolgere in rapporto al "suo" cane. L’opera del quale avrebbe potuto essere immediata, gratuita, efficace, ma fonte di eventuali richieste risarcitorie da parte della vittima dell’applicazione stragiudiziale del diritto. Il cane assicurava immediata giustizia, mentre l’avvocato doveva essere prima retribuito. Valutati i due metodi, in genere si preferiva il pagamento della parcella all’azione immediatamente esecutiva dell’animale. Sono assai lontani i tempi in cui si andava dall’avvocato per questioni bagatellari. Allora mancavano televisione, social ed altri svaghi a ravvivare una vita trascorsa tra fieno, paglia, mucche e maiali. Le liti costituivano un intervallo, con l’intervento di avvocati, periti, giudici. Il tutto però talvolta superava le disponibilità economiche dei litiganti costretti a spogliarsi di qualche bene prezioso, in caso di soccombenza.

Piercarlo Barale 

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