CUNEO
Quale provincia di Cuneo emerge dal Dossier socioeconomico 2016, il check up annuale realizzato dal Centro Studi della Fondazione CRC? Quali i principali indicatori e i dati più interessanti su economia, educazione, cultura, sociale del nostro territorio che emergono dagli osservatori regionali e provinciali e dalle ricerche promosse direttamente dal Centro Studi?
In un contesto generale caratterizzato da una forte incertezza economica, finanziaria e geopolitica, e nella cornice italiana esposta a numerosi fattori di rischio, la provincia di Cuneo prosegue con alcune difficoltà la fase di crescita avviata nel 2014, dopo il biennio nero del 2012 e 2013, con ricadute positive sul mercato del lavoro. I dati relativi al primo semestre 2016 mostrano alcuni campanelli di allarme da monitorare: in particolare, il calo dell’export (-5,8%) e delle assunzioni (-11,1%, circa 5.000 avviamenti in meno).
Sicuramente, la provincia di Cuneo è caratterizzata da alcuni punti di forza nella scuola, nell’amministrazione e nel terzo settore; da una disoccupazione contenuta e da un sistema produttivo che resiste; da eccellenze produttive note a livello internazionale; da una buona qualità di vita e ambientale. Ma anche da alcune criticità: livelli di scolarità inferiori alla media regionale – anche se in recupero –, un’elevata dispersione scolastica, una scarsa domanda di laureati. E ancora, disuguaglianze territoriali, sociali e culturali crescenti; un’offerta culturale diffusa, ma non sistemica; investimenti in innovazione, ricerca, internazionalizzazione, leve potenziali per lo sviluppo del territorio, ancora circoscritti; oltre al noto deficit di infrastrutture e reti.
Qui di seguito alcuni dati interessanti tra quelli messi a disposizione dal Dossier, disponibile nella versione completa sul sito della Fondazione CRC all’indirizzo www.fondazionecrc.it/index.php/analisi-e-ricerche/dossier-socio-economici
IL DOSSIER SOCIO ECONOMICO IN PILLOLE
Popolazione: in provincia di Cuneo a fine 2015 si contano 590.421 persone, circa 2.000 persone in meno rispetto al 2014. La provincia è lievemente più giovane rispetto al Piemonte: gli anziani rappresentano il 23,2% (in Piemonte il 24,5%). Il saldo migratorio è positivo (1,1%), ma in notevole calo rispetto al 2014 (+7,8%). La percentuale di stranieri (circa 60 mila persone) è di poco superiore alla media piemontese (10,2% contro il 9,6% in Regione), con una diffusione piuttosto omogenea sul territorio provinciale.
È interessante notare l’impatto della popolazione straniera in ambito Scuola: in provincia gli studenti di origine straniera rappresentano il 15%, ma l’incidenza cresce al diminuire dell’età: 8% nelle scuole secondarie di II grado, il 16,5% nella scuola dell’infanzia. Un’incidenza destinata a crescere negli anni a venire nei livelli scolastici successivi.
Per quanto riguarda le performance scolastiche, gli studenti cuneesi delle scuole superiori nel 2015 risultano primi in matematica e secondi in italiano nelle prove INVALSI a livello regionale. Ma resta elevata la dispersione scolastica: quasi 1 studente su 4, iscritto al primo anno del secondo ciclo, “si perde” e non risulta più iscritto all’ultimo anno. Altra criticità: i servizi pubblici per la prima infanzia (0-2 anni) soddisfano solo l’8% della domanda potenziale e le rette sono più elevate della media. Per contro, rispetto al resto del Piemonte sono molto più presenti i servizi privati e di custodia oraria, anche in territori decentrati.
Sistema culturale: gli istituti culturali e museali sono presenti con 160 realtà. Di questi, i 33 maggiori musei provinciali monitorati dall’Osservatorio regionale attraggono circa 325 mila visitatori l’anno. Per avere un’idea delle dimensioni, si consideri che il solo sistema museale metropolitano di Torino attrae 4,2 milioni di visitatori. Le imprese cuneesi “creative e culturali” sono quasi 3.000, il 4,4% del totale (in Piemonte il 7,4%) e si concentrano in settori tradizionali (gusto, turismo e artigianato), con un tessuto composto in larga parte da micro imprese.
Lavoro: il tasso di disoccupazione è contenuto (5,3%) ed è il terzo migliore tra le province italiane, frutto di una ripresa dell’occupazione avviata nel 2014-2015, che ha permesso quasi di recuperare i livelli pre-crisi, ancora lontani da raggiungere per il resto del Piemonte. Le assunzioni, nei primi mesi del 2016 inferiori dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2015, confermano le dinamiche della crisi: il calo coinvolge di più le donne, le fasce di età tra i 25 e i 49 anni, i contratti a tempo indeterminato, a fronte di un aumento di rapporti flessibili.
Sociale: gli effetti sociali della crisi si evidenziano in problemi abitativi, di indebitamento, di fragilità individuale e familiare e di nuove condizioni di povertà. Nell’ultimo anno sono rimasti sostanzialmente invariati gli sfratti (circa 600) a livello provinciale, ma tra il 2011 e il 2015 le domande di casa popolare sono aumentate del 57%. Tra gli utenti che si rivolgono alle Caritas, aumentano gli italiani, le famiglie mono genitoriali e le persone con bassa scolarità. Disagio sociale che si abbina alla contrazione delle risorse pubbliche per i servizi sociali del territorio, che fanno fronte a circa 37.000 utenti. Contribuisce a dare risposte anche il sistema delle cooperative sociali cuneesi, composto da 99 organizzazioni, tra quelle di tipo A, B e plurime, che coinvolgono circa 4.400 lavoratori.
Economia: Cuneo continua a essere la provincia piemontese con il più alto valore aggiunto pro capite (circa 26.500 euro), tuttavia in calo del 12% rispetto al 2012. Nel 2015 si contano quasi 70 mila imprese, il 15,8% di quelle piemontesi. Quelle piccole soffrono di più: tra il 2009 e il 2015 le imprese individuali (il 67% delle imprese cuneesi) sono diminuite di circa 5.700 unità, pari all’11,4%. Le società di capitale, più strutturate (che sono appena il 9%), nello stesso periodo sono aumentate del 17,2%. Le piccole imprese sono concentrate nell’agricoltura (30%) e nelle costruzioni (14,2%), settori che nell’ultimo anno hanno perso il maggior numero di imprese (rispettivamente -1% e -1,7%). Calano anche le imprese del commercio, che assomma il 18% delle unità produttive, e del manifatturiero (9,4%), mentre crescono il settore “altri servizi” (il secondo settore provinciale, che conta il 20,8% di imprese) e il turismo (5,5%). Il turismo cresce sia dal lato dell’offerta (più imprese, strutture ricettive e posti letto), sia della domanda. Nel 2015 in provincia si contano 1,7 milioni di presenze: circa un milione nell’ATL Cuneese, soprattutto nella stagione estiva, circa 700 mila nell’ATL Albese, distribuiti in più mesi dell’anno. Nel Cuneese sono ancora prevalenti i turisti italiani (73%), nelle Langhe gli stranieri rappresentano il 61%.
Innovazione e ambiente: sono 34 le start up innovative in provincia di Cuneo. Torino ne conta 275, il Piemonte nel suo complesso 371. Un numero non molto elevato per il nostro territorio, ma in positiva crescita negli ultimi anni. A livello infrastrutturale, permangono i problemi di reti e connessioni, sia materiali (ferrovie e autostrade) sia immateriali (banda larga). In Piemonte si calcola che la popolazione in “divario digitale” (esclusa da accesso e fruizione delle nuove tecnologie) sia il 6,4%, mentre nel Cuneese la situazione è più critica e in alcuni territori montani il 27% della popolazione è escluso dall’accesso alla rete. Dall’altra, Cuneo è una provincia con una buona qualità “green” e conta il più alto numero di organizzazioni con certificazione EMAS (imprese ed enti pubblici che effettuano valutazione volontaria di efficienza ambientale) del Piemonte: 39 su 86 a livello regionale sono dislocate sul nostro territorio.