MONDOVì
Riceviamo e pubblichiamo: 'Sono passati tanti anni dal referendum che ha sancito la fine della monarchia in Italia (2 giugno 1946).
E' evidente che non molte persone che hanno votato in quell'occasione possono essere ancora in vita, considerando anche il fatto che la maggiore età era di 21 anni. Votavano anche le donne, molto attive.
Vinse la Repubblica, ma ancora oggi su questa vittoria aleggiano molti dubbi. Ed è su questo che vorrei fare alcune considerazioni.
Regnava Umberto II, conosciuto come il 'Re di maggio', che ovviamente non ho mai incontrato. So che preferì l'esilio, per lui e per i suoi eredi, non volendo lacerare ancora di più l'Italia, appena uscita da una sanguinosa guerra civile.
Ho parlato con alcuni italiani che lo hanno incontrato durante il suo esilio a Cascais (Portogallo). Riceveva sempre tutti i compatrioti che andavano a trovarlo. Mostrava una grande attenzione e si intuiva anche una certa nostalgia per il suo Paese.
Ora, mi domando: è possibile che in un'Italia dove facciamo spazio a tutti, non ci sia un posto per le spoglie di questo Re, nemmeno il più piccolo? E' possibile che la nostra Repubblica sia così debole (io non lo credo) da aver paura di un Re che ha dimostrato di amare l'Italia più di molti politici del nostro tempo?
Un piccolo angolo a Superga o magari al Santuario di Vicoforte farebbe forse felice, nell'aldilà, questo nobile d'altri tempi'.
Lettera firmata, Mondovì.
(Nella foto, Umberto II si reca a votare il 2 giugno 1946 per il referendum istituzionale. Tratta da Wikipedia)