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Tutto ciò che c'è da sapere sullo straordinario Moscato d'Asti

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BRUNO MURIALDO - Paolo Saracco è uno dei produttori di vino più sapienti e rigorosi della nostra terra, è stato invitato a Torino, nella sede del  Lais Piemonte, ad una verticale di vecchie annate di moscato. Durante la serata ha raccontato  della sua esperienza dei successi del Moscato nel mondo enologico.

Paolo parla davanti a un pubblico attento della sua storia, della sua azienda e dei progetti che ha in cantiere, sul futuro del moscato ancora in parte tutto da scoprire. Racconta delle sue convinzioni:  è convinto che il Moscato bianco, quello che si usa a fare il Moscato D’asti, sia un grandissimo vitigno, spesso sottovalutato, ma di grandi potenzialità, visto dai consumatori come vino ordinario, ma in realtà dal punto di vista enologico è un vitigno straordinario.

La serata continua con una ricca e unica degustazione di moscati di  vecchie annate che Paolo conservava nella sua cantina, bottiglie rarissime che custodiva nel seminterrato, quasi dimenticate. Questa degustazione dice ancora Saracco è una prova di come si può fare cultura enologica cercando con la dovuta fantasia dentro prodotti che hanno un’eredità millenaria dove è difficile capire l’origine o prevederne l’evoluzione. 

Una degustazione che spiazza completamente, diversa dalle verticali che siamo abituati a seguire  e un assaggio di nettari profumati che incantano, dai sapori esotici e raffinati che conquistano tutti. Finita la degustazione, provo a fare qualche domanda a Paolo perché mi ha incuriosito molto la passione e la saggezza che ha dimostrato durante l’assaggio, la storia di questo vino che ha qualcosa di speciale ancora da scoprire.  

'Paolo Saracco, Il moscato può avere una vita molto lunga se si conserva bene?'

'Nelle annate giuste e nei moscati fatti bene si può anche arrivare a quindici anni di invecchiamento'.

'Che moscato è?'

Non è un vino maderizzato, ha sentori di menta, di frutta tropicale, di salvia, ha un’evoluzione straordinaria inaspettata e sorprendente.

'Quando si parla di moscato si pensa ad un vino dolce da bere subito, invece?'

'Ci siamo accorti casualmente, degustando delle bottiglie di vecchie annate che avevamo in cantina, della finezza che avevano  acquisito, ci siamo trovati davanti a un prodotto che era inconsueto'.

Cosa dobbiamo imparare ancora dal Moscato?

Nella tradizione piemontese è il vino delle festa, così la pensa la maggior parte della gente, soprattutto in Italia; invece è un vino da aperitivo, in abbinamento a un’essenza di menta o frutta, é una novità assoluta gradevole e giovane.  E’ anche un vino da pasto da consumare su tutto, invecchiato è singolare! Molto profumato. Guardando al futuro, questo nettare ha grandi prospettive, soprattutto all’estero, dove sta crescendo costantemente la sua popolarità.

Bruno Murialdo

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