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Quell'ospedale sulla collina di Verduno che aspetta di essere dichiarato agibile

ALBA

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PIERCARLO BARALE - Nei quarant'anni di attività professionale di avvocato amministrativista e civilista - ora lasciata - ho avuto modo di occuparmi, per ambedue i profili, di rilevanti interventi edilizi di natura pubblica e privata, che prevedevano l'utilizzo dei micropali e delle particolari tecniche per la staticità e l'antisismicità di fabbricati.

In particolare, del parcheggio sotterraneo di Cuneo, Piazza Boves, utilizzando anche una fitta rete di micropoli, di quelli che sono stati chiamati diagrammi, interposti tra le fondazioni dei palazzi latistanti e lo scavo. Ho discusso la questione avanti il TAR Piemonte, purtroppo tardivamente, in quanto avevo avuto l'incarico dopo la definitività degli atti autorizzativi.

Per evitare timori analoghi a quelli dei proprietari dei palazzi di piazza Boves, fortunatamente evitati dalla concreta efficacia dei diaframmi, allorquando l'Amministrazione comunale di Limone Piemonte decise di far realizzare il parcheggio sotterraneo in Piazza San Sebastiano si utilizzò una modalità di grande prudenza ed efficacia.

Si concordò, tra impresa aggiudicataria e l'Amministrazione comunale, su mia proposta, di far notificare a tutti i proprietari dei fabbricati circostanti lo scavo, un ricorso per accertamento tecnico preventivo. Con la nomina di un consulente tecnico d'ufficio da parte del Tribunale di Cuneo.

Ogni palazzo, locale per locale, venne verificato con relazione e documentazione fotografica, dal consulente nominato. Rilevò eventuali crepe, o situazioni di degrado o sofferenza statica, anche lieve. L'opera pubblica venne eseguita a regola d'arte nei tempi prefissati, da impresa tecnicamente adeguata e preparata. Non ci fu alcun reclamo, come invece avrebbe potuto avvenire da parte di chi, lamentando l'esistenza di crepe anche solo nell'intonaco, avrebbe potuto approfittare dell'occasione: o per fermare i lavori o per ottenere risarcimenti.

Ricordo un intervento sulla collina di un comune della provincia, dove erano state edificate tre villette a schiera, su terreno costituito, per una decina di metri di profondità di argilla - sotto la quale si trovava uno strato di pietra inclinata. Le villette erano "itineranti", nel senso che slittavano con le piogge, a valle, restando tra loro allineate.

Nel tentativo tardivo e costosissimo di bloccarne il percorso, si realizzarono decine di micropoli, operando dalle autorimesse site al piano seminterrato. Dopo le trivellazioni, si iniettò il cemento nei pali in ferro, mentre tra polo e polo venne realizzata, al piano autorimesse, una fitta rete di calcestruzzo armato.

La marcia a valle si arrestò, ma il rimedio tardivo risultò, come costo, non inferiore alle opere edilizie incautamente eseguite con evidente assenza di uno studio geologico. Peraltro, era noto che la collina, per quell'ampio versante, appariva franosa e che l'argilla tendeva a scorrere a valle dopo piogge intense e durature.

Ho avuto modo di aumentare le conoscenze in materia con l'introduzione della disciplina antisismica. Soprattutto per le questioni sorte nel periodo transitorio. Anche per la realizzazione del parcheggio sotterraneo di Fossano ho avuto modo di occuparmi per i frequenti litigi tra l'aggiudicataria, l'esecutrice ed i subappaltatori. Non vi furono problemi particolari per la staticità. Le opere relative vennero eseguite da parte di imprese competenti e specializzate.

Mi è stato spiegato, all'inizio della professione, da un validissimo ingegnere civile, che in collina è assai costoso costruire. Si deve evitare ad ogni costo di posizionare fabbricati su versanti non stabili. I "nostri vecchi" sapevano dove e come costruire, su siti sicuri, utilizzando pietra locale e legna dei boschi.

Sembra un paradosso, ma è proprio così: sui versanti in pendenza non si debbono eseguire opere pesanti, perchè tendono a scivolare in basso e non hanno presa sul terreno stesso (salvo con i micropoli). Come avviene per i paravalanghe e le capanne di servizio alle piste sciistiche, in quota, si usa il legno e il calcestruzzo. Sia per ragioni statiche, estetiche, paesaggistiche ed antisismiche, le costruzioni sono leggere. Se si deve operare con murature pesanti e far precedere i lavori da una adeguata rete di micropoli, la realizzazione diventa fortemente antieconomica.

Passando da Verduno, verso l'allora funzionante Tribunale di Alba, ho più volte riflettuto su quelle che potevano essere le ragioni della scelta di utilizzare un versante male esposto, apparentemente non stabile, come non lo sono quasi tutti i versanti delle colline albesi, per posizionare un'opera edilizia complessa e pesantissima, peraltro con problemi di accesso e viabilità ben noti.

Non conosco il progetto, nè il procedimento seguito per dare corso all'approvazione ed all'esecuzione, a partire dall'acquisto dei terreni. Neppure conosco le maggiori spese sostenute per la staticità ed antisismicità del complesso e le comunicazioni in rapporto alla costruzione altrove in pianura.

Ora non è il momento di discutere se la scelta è stata felice, opportuna e legittima sotto il profilo amministrativo e contabile. Occorre che l'ospedale venga terminato e sia dichiarato agibile. Spetta agli organi di controllo verificare se l'interesse pubblico e la correttezza della spesa pubblica sono stati perseguiti e attuati.

In ogni caso, l'obbligo alla trasparenza ed il dovere della pubblica informativa, comportano chiarimenti. Provengono le richieste da tanti cittadini, direttamente agli organi di informazione.

Piercarlo Barale

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