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Tutela degli animali: l'orsa Gaia salvata (almeno per ora) dall'abbattimento

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Il presidente della provincia di Trento aveva emanato un’ordinanza di cattura o abbattimento dell’orsa denominata Gaia, accusata di aver aggredito due persone sul monte Pellier. In ottemperanza erano state approntate gabbie destinate alla cattura ed il Corpo forestale era stato incaricato dell’esecuzione - anche capitale - del plantigrado. Alcuni trentini, nonché associazioni di apicoltori e coltivatori, avevano insistito con il governo locale per ottenere l’ordinanza: pena di morte. Inutilmente il Ministro dell’ambiente Costa aveva difeso Gaia, supportato dalle insistenti richieste delle associazioni ambientaliste locali e nazionali. Si sa, gli orsi non votano, mentre lo fanno i trentini, e nel giorno delle elezioni locali potranno ricordarsi del presidente - il leghista Maurizio Fugatti -. Non sono amanti degli orsi, che numerosi percorrono i loro boschi pur incrementando il loro turismo.ci

Si addebita agli animali, da salvaguardare secondo la normativa europea e nazionale, di non accontentarsi dei favi selvatici ma di devastare alveari, con scorpacciate di miele di bosco, che dovrebbe essere venduto ai turisti. Non disdegnano anche di avvicinarsi alle malghe, magari per un assaggio di formaggio di alpeggio. Inoltre sottraggono lamponi, fragoline e mirtilli ai raccoglitori, cercando altresì di cibarsi con maggiore abbondanza di quelli già raccolti ma non ancora immagazzinati. Quando sono accompagnati dai piccoli, rappresentano un pericolo per incauti cercatori di funghi o frutti di bosco. Costoro dovrebbero avere l’accortezza, appena avvistatili, di evitarli, anche con la fuga. Taluni invece, per le immancabili foto con telefonino - rari i poco prudenti tentativi di selfie salviniani - si avvicinano. Forse ignorando che la velocità di attacco dell’orso, seppur lontana da quella del ghepardo, è prossima ai migliori centometristi.

Non lo si direbbe, dalla mole e dalla ritenuta pacificità. Invece, se attaccato incautamente o in difesa dei piccoli, il mite orso muove le zampe munite di temibili unghie e si lancia in un attacco, che può essere mortale per il malcapitato. Anche i cinghiali attaccano, se in difesa dei piccoli. Provocano la caduta dell’incauto disturbatore e ne fanno scempio con le zanne. Diversamente si comportano i lupi, che attaccano in branco, guidati dal maschio o dalla femmina alfa ed aggrediscono pecore e capre; talvolta anche bovini. Non sono tanto i capi perduti per gli attacchi, ma la fuga dell’intera mandria o gregge a danneggiare gli allevatori. Solo qualche inaffidabile leggenda narra di attacchi all’uomo, nei nostri territori. Diversa la situazione se ci si dovesse trovare a tu per tu con un branco di lupi cecoslovacchi o siberiani, dei quali molte leggende narrano di feroci aggressioni anche all’uomo.

Gli elettori del presidente trentino Fugatti hanno avuto la meglio, in fase di provvedimento amministrativo nei confronti di Gaia, su ambientalisti e animalisti. I quali però non si sono persi d’animo ed hanno depositato un documentato ricorso avanti il Tar, ottenendo la sospensione, fino al prossimo 30 luglio, dell’ordinanza di cattura e abbattimento. Vi sarà poi il giudizio di merito, con l’immancabile ricorso al Consiglio di stato e l’ulteriore ricorso alle Sezioni unite della Cassazione, per conoscere il destino di Gaia: qualche annetto. Sempre che non se ne vada in Austria, Svizzera o altre nostre regioni, al sicuro dal presidente Fugatti, dalle gabbie di cattura e dai fucili del corpo forestale trentino. Magari lo farà davvero, dopo essersi abbondantemente nutrita dell’eccellente miele trentino e degli appetitosi formaggi d’alpeggio.

La motivazione depositata dal Tar di Trento, per spiegare l’accoglimento del ricorso, si basa sulla rilevata carenza dei presupposti di pericolosità per ordinare la cattura e addirittura l’abbattimento. Gaia non si è resa responsabile di fatti gravi. Si è comportata da orsa, con le caratteristiche che madre natura le ha conferito. Fino alla prima guerra mondiale, operavano nell’appennino i lupari, che garantivano l’abbattimento di lupi dediti all’aggressione di greggi. Le mandrie di bovini negli appennini sono molto rare. Mai l’uomo era stato aggredito. Questi cacciatori professionisti – nei tempi andati con lo schioppo e poi con il moschetto ’91- costituivano una polizia campestre privata, pagata dagli allevatori. Come fino a pochi decenni or sono avveniva per i cacciatori di talpe professionisti, che garantivano la cattura delle talpe nella Pianura Padana.

Si possono paragonare alla polizia privata a difesa delle banche e dei furgoni porta valori blindati. Con i loro pistoloni alla cintura, divisa e cappello, difendono il denaro. I lupari difendevano altro denaro, costituito dal bestiame. La differenza però appare evidente, tra i diversi difensori professionisti. Gli animali non rappresentano un pericolo per l’uomo: né gli orsi, né i lupi, né i cinghiali. Invece – homo homini lupus - sono gli uomini ad attaccare le banche ed i furgoni blindati, spesso con azioni da guerra, armi ad alto potenziale di fuoco, addestramento militare. Vi sono tre o quattro bande in Europa, originarie dell’Est, che preparano i colpi con precisione e tempismo eccezionali. Spesso, se non sempre, partono da un basista corrotto all’interno della struttura di raccolta e trasporto denaro.

Per costoro, se evitano di uccidere o ferire nel corso delle azioni che vedono auto e autocarri dati alle fiamme per ritardare l’arrivo della polizia, bande chiodate sparse sull’asfalto, non vi sono grandi rischi in termini di sanzioni penali. Breve soggiorno in carcere, o neppure un giorno se la pena risulta inferiore a quattro anni. Quattrini mai ritrovati, utili anche per pagare avvocati che li toglieranno dal rischio detenzione e li aiuteranno a fruire dei benefici della nostra più che permissiva disciplina penale. È la migliore d’Europa per i delinquenti. Per la cronaca, è assai raro che le bande criminali vengano catturate. Gli animali invece, vengono accusati ingiustamente, perché seguono il loro istinto e sono stati vittime della nostra invasione dei loro territori. Ci disturbano, ci provocano timori. Taluni ne invocano la pena capitale.

Spesso cani addestrati alla difesa dell’abitazione o all’attacco di altri animali, aggrediscono gli stessi proprietari o i nipotini incautamente portati nel cortile, territorio del guardiano a quattro zampe. I cani vengono allora soppressi, mentre dovrebbero trovare adeguata punizione i loro proprietari che hanno forzato la natura e l’istinto stesso degli animali con un addestramento innaturale. Con l’attuale normativa penale, gli animali vengono tutelati in via diretta e non più in via mediata, come proprietà dei loro padroni. Le offese nei confronti degli animali, dalle crudeltà all’uccisione, vengono punite perché essi debbono vivere secondo modalità civili. Le offese loro inflitte sono contrarie al comune sentimento di pietà umana. L’animale è un essere vivente, capace di gioire e di soffrire. La norma quindi è diretta alla sua tutela specifica.

Tutta la fauna selvatica è proprietà dello Stato ed è sottoposta alla normativa di tutela statale ed europea. L’abbattimento o la cattura devono essere eccezionali: estremamente motivate e limitate a motivi di garanzia della salute pubblica. Il livello di tutela degli animali, sia domestici che selvatici, rappresenta una delle misure del livello di civiltà dello Stato.

Piercarlo Barale

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