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Trionfo a Salisburgo: sontuosa scenografia realizzata a Bene Vagienna chiude la Salomè

FOSSANO

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Le Figaro l’ha definita "un’opera d’arte","splendida ed inquietante" per il Financial Times. Ennesimo tutto esaurito ed ovazione finale al Festival di Salisburgo, per l’ultima rappresentazione della Salomè messa in scena dal regista italiano Romeo Castellucci. Tra le opere più attese della rassegna è stata la più celebrata da critica e pubblico e ha definitivamente consacrato il talento della soprano lituana Asmik Grigorian, che vestiva i panni della protagonista.

Una delle produzioni più riuscite degli ultimi anni con una messa in scena sontuosa, controversa, ricca di immagini forti e introspettive, quasi psicoanalitica. Castellucci ha saputo tenere fede alla sua estetica iconoclasta e alla sua fama di “mago delle immagini”. Era dal 1905 che l’opera di Richard Strauss, basata sull’atto unico di Oscar Wildenon veniva messa in scena sul palco del festival austriaco. Termina la pièce un’inquietante e iconica massa nera che drammaticamente inghiotte tutto, mentre l’Orchestra di Vienna esegue le ultime note.

Pochi sanno che l’oscuro elemento scenico finale porta in sé tecnologia e innovazione tutta made in Italy. Progettata e costruita dalla Fly In di Bene Vagienna, in provincia di Cuneo, azienda leader nel settore di strutture gonfiabili uniche per scenografie, arte e design. “La realizzazione è stata molto complessa per via della logistica”- racconta Mauro Oggero, titolare dell’azienda. L’opera infatti era allestita nello spazio della Felsenreitschule, il nome del vecchio teatro della scuola di equitazione scavato nelle rocce del monte Mönchsberg.

“Per essere fedeli al concept di Castellucci, nel finale, l’ammasso nero (10 metri di altezza e 9 di diametro) doveva fluttuare sui personaggi e gonfiarsi molto lentamente, fino a "divorare" palco e cast, impossibile da fare usando ventole ed aria fredda, normalmente impiegate per strutture gonfiabili. Abbiamo così realizzato un sistema d’iniezione ad aria calda (più leggera e rarefatta), preriscaldata da una serie di resistenze elettriche da 30 kw, per portarla ad una temperatura di 80 gradi con una portata di circa 4000 metri cubi all’ora”.

Questo ha però portato gravi problemi di rumore di fondo. Cosa che non ci si può certo permettere nel bel mezzo di un’esecuzione sinfonica – lirica, e il conglomerato roccioso (in cui è scavato il teatro) ha reso ancor più ardua l’insonorizzazione del meccanismo di gonfiaggio. “Abbiamo così realizzato un tubo di tessuti e materiali fonoassorbenti lungo 20 metri. In parole povere, una specie di gigantesco phon silenzioso!”– conclude Oggero.

La Fly In è un’eccellenza italiana nel mondo. Fra le loro ultime realizzazioni: il logo di Orgoglio Italia dell’Albero della Vita di Expo 2015, le nuvole scenografiche per la cerimonia di chiusura dei Giochi Asiatici di Ashgabatin Turkmenistan nel 2017 e, quest’anno, l’installazione artistica Blaublobbing, dell’artista italiano Loris Cecchiniper la sua personale alla Galerie Aveline a Parigi, lo scorso aprile.

 

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