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Tra pandemia e presidenza Trump il peggiore periodo dalla nascita degli Stati Uniti d'America

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Dopo l’assassinio di Kennedy avvenuto nel 1963, il vice Johnson gli succedette alla Casa Bianca. Nominò un vice ed esaurì il periodo quadriennale che andò a scadere nel 1964. Si ripresentò alle elezioni come presidente e fu eletto, con vice Hubert Humphrey, andando ad esaurire il mandato quadriennale nel 1969. La costituzione degli Usa, per evitare problemi di carenza dell’autorità presidenziale nel corso del periodo successivo alla proclamazione, stabilisce che al momento della presentazione dei concorrenti, essi debbano nominare un vice. Quest’ultimo, in qualunque caso di impedimento del presidente - malattia, incapacità temporanea o totale, dimissioni, morte, impeachment - assume la presidenza. Ove l’impedimento divenga totale, nomina un vice e prosegue nel mandato.

Il neo-eletto Biden deve esporsi il meno possibile, soprattutto in questi primi mesi, poiché il clima di odio e violenza creato da Trump rischia di tramutarsi in attentati nei suoi confronti. Anche la vice Kamala Harris deve muoversi con ampia ed affidabile scorta, perché le organizzazioni suprematiste e di cani sciolti trumpiani potrebbero non fare altro che studiare attentati. Biden e Harris devono evitare di trovarsi contestualmente nelle stesse località e di partecipare a manifestazioni o eventi. Ciò per tutelare anzitutto la loro incolumità e vita e per assicurare la guida al Paese in ogni momento.

Ove venissero contestualmente neutralizzati, assumerebbe i poteri presidenziali il Presidente della Camera: ora è Nancy Pelosi. Avrebbe gli stessi poteri presidenziali, compresa la custodia della valigetta relativa all’utilizzo delle armi nucleari. Ove anche Nancy Pelosi venisse neutralizzata, dai tempi della Guerra Fredda è stata indicata una linea di successione - attualmente vigente - che parte dal presidente pro tempore del Senato e termina dopo altri 15 successori. Se tutte le cariche indicate nella lista venissero neutralizzate, la presidenza spetterebbe ad un sopravvissuto designato, portato in località segreta, al momento degli sviluppi dell’evento letale, a suo tempo evidenziato con una guerra atomica.

Non si è ancora riusciti, ad oggi, a stabilire con certezza chi ha ordinato l’assassinio di Kennedy. Gli aspiranti alla sua eliminazione andavano da Cuba agli esuli cubani in Florida, alla mafia americana, ai servizi di alcuni paesi, alla lobby delle armi, a quella dei combustili fossili. Se non verrà costantemente protetto per tutta la durata del mandato, Biden potrà essere un bersaglio per tanti aspiranti assassini, che si gioveranno di ogni mezzo. Tra quelli che possono essere usati nei confronti di obiettivi particolarmente importanti vi sono i droni armati, che possono sfuggire ai radar e sparare missili. 

Tra i 74 milioni di votanti per Trump vi sono certamente parecchie migliaia di violenti, che potrebbero eseguire un attentato nei confronti del presidente e della vice. Si tratta di ex militari, professionisti della violenza, suprematisti bianchi, odiatori di professione, convinti che Biden abbia scippato la vittoria a Trump. Per qualche mese il clima sarà incandescente.

La votazione per l’impeachment di Trump è stata opportuna. Fin d’ora, in attesa della conferma da parte del Senato, pone un punto fermo. Conclusasi, Trump non potrà più essere eletto a cariche federali, quale la presidenza degli Usa nel 2024. Ci vorrà tempo per la conferma, ma nel frattempo verranno sicuramente alla luce reati, anche fiscali, che potranno portare alla interdizione dai pubblici uffici o anche alla carcerazione. Dopo le dimissioni degli ultimi collaboratori, pochi vorranno atteggiarsi a difensori dell’operato dell’ex presidente. Quella che appare l’ultima mossa sbagliata è la nomina a suo difensore e capo della squadra legale il vecchio e suonato trombone Rudolf Giuliani. È la garanzia dell’insuccesso, com’era già avvenuto con la sua opera di coordinamento delle squadre di avvocati, che avrebbero dovuto far invalidare le elezioni. Invece hanno fatto tantissimi buchi nell’acqua, avanti tutte le giurisdizioni, dai tribunali alla Corte suprema. Molti danneggiati nella carriera, ingiustamente cacciati, avranno di che vendicarsi e quanto meno informare con precisione i procuratori sugli avvenimenti.

La giustizia statunitense è veloce, garantista, ma alquanto severa. Si va in carcere anche dopo il primo grado di giudizio e non occorre una condanna superiore a quattro anni come nel nostro bel Paese per i colpevoli. Ci si trova subito tra i milioni di reclusi dati in affitto ai carcerieri imprenditori, affinché li mettano al lavoro.  Per i reati fiscali, se gravi, si rischiano decine di anni di carcere. Un noto finanziere, dissipatore dei risparmi dei clienti, è stato condannato - immediatamente incarcerato - a 175 anni di reclusione. Per evidenti ragioni anagrafiche non li potrà scontare tutti. Trump ha evidenziato il peggio dell’America. È stato un presidente indegno, il peggiore dalla istituzione dell’Unione. La fine dell’incubo è stato l’assalto al Campidoglio. Tra pandemia e presidenza Trump, gli Usa hanno trascorso il peggiore periodo dalla loro Costituzione.

Piercarlo Barale

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