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Terremoto, allo spettacolo tv preferisco la radio che dà notizie

CUNEO

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Non me la sento di guardare le dirette televisive in cui la tragedia viene anche spettacolarizzata. Preferisco ascoltare le notizie per radio. La Rai, nella giornata di lutto nazionale, sospende le pubblicità.

Silenzio. Un po' di silenzio. E togliere, finalmente togliere qualcosa, che dà più attenzione a chi resta. A chi soffre.

Ben inteso, parlando di dirette televisive, di continui aggiornamenti, è chiaro che c'è lo spettatore che non distoglie lo sguardo (impietoso a volte) su queste persone che girano come fantasmi tra le macerie.

Sguardi nel vuoto, alla ricerca di una forza per continuare.

Per caso, durante un telegiornale, ho visto un signore anziano che alla solita domanda di circostanza ha risposto: “Cosa vivo a fare? Mi dica, ormai non ho più niente”.

Con un pianto, trattenuto, per non dare in pasto il suo dolore. Grande dignità. Grande!

Non parlava dei beni materiali, ma, della sua esistenza, senza più affetti, senza una casa che conteneva i ricordi di una vita. Mi ha stretto il cuore.

Dice molto, invece, l'inquadratura, un primo piano su una sedia vuota.

Quelle da bar, in plastica, verde, abbandonata su un mucchio di macerie. Ha espresso molto più di tante altre immagini. Quella sedia vuota esprime il vuoto: le persone che non potranno più occuparla.

Fiorella Avalle Nemolis

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