CUNEO
Riceviamo da Astra Cuneo: "Il Colle di Tenda è diventato un percorso ad ostacoli: a poco a poco se ne stanno accorgendo tutti.
Se il grido di protesta che la nostra Associazione fa risuonare da settembre scorso è finora rimasto inascoltato, siamo sicuri che la viabilità intermittente della valle Roya raccoglierà sempre più critiche dai suoi abituali utilizzatori.
Ebbene sì, la strada europea, la E74, là dove tra i sentieri alpini si snoda anche la Via del Sale, è nata per avvicinare i popoli, costruita evidentemente per ragioni commerciali ed economiche (più che turistiche).
Ci avevano provato i Savoia e Napoleone, italiani e francesi a dare un maggiore slancio ai collegamenti fra le valli, ed a facilitare gli scambi e le vie di comunicazione. Nel 1882 veniva ultimato il Traforo, all’epoca è il più lungo d’Europa con i suoi 3182 m.
Oggi gli sforzi degli avi sembrano stati cancellati dai libri di storia, il mondo delle infrastrutture avanza, ma in valle Roya, come dei gamberi d’acqua dolce si decide di andare indietro. Una regressione drastica, poco avvertita dalla comunità sociale finché ha riguardato solo ed esclusivamente l’ingombrante figura dei camion “brutti e cattivi”, ma che trasportano le merci di cui tutti ci serviamo e sono il polmone dell’economia della nostra grande Provincia.
Ora con il vecchio tunnel soffre di chiusure frequenti, ora che il cantiere della nuova galleria è fermo a tempo indeterminato, ora che i dossi mal segnalati nei territori comunali della valle Roya s’innalzano sul battistrada come funghi nel sottobosco autunnale, ora che i semafori per “continui lavori incorso” stoppano la marcia degli automobilisti diretti a sciare in Valvermenagna e al mare della vicina Costa Azzurra, ora che l’autovelox Alice (nascosta in un angolo dove si passa dai 70 agli 30 km/h in pochi metri) serve solo più a fare cassa e non a garantire la sicurezza, ora che la ferrovia è fuori uso…
Ora forse qualcuno comincia, piano piano, ad accorgersi che c’è un problema. Ci stanno consigliando di passare altrove, ci stanno obbligando a trovare alternative, ci stanno dicendo più o meno esplicitamente “di qui non passate più”.
La politica dei divieti non porta nulla di buono, se non viene attuata con ragionevolezza e sensibilità. Le barriere generano guerre e non seminano pace. Con ogni probabilità la politica protezionista delle amministrazioni della valle Roya si ritorcerà, come un boomerang contro gli stessi sindaci.
Se la politica e le Istituzioni continueranno a rimanere a guardare, o a parleranno senza fare nulla probabilmente la nostra via per il mare sparirà per sempre dalle mappe. Una cosa oggi è certa: la strada europea è tornata ad essere una mulattiera, e questo non fa bene alla nostra economia, alle nostre imprese, al nostro turismo".