Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Tenda bis: la totale sicurezza futura vale più del tempo che si impiega per fare chiarezza

MONTAGNA

Foto
Condividi FB

PIERCARLO BARALE - Per avere i risultati delle perizie sulla sicurezza del Tenda Bis (Cuneo) occorrerà attendere cinque mesi. La Procura cuneese ha disposto il sequestro dell'intero cantiere, per consentire di verificare, nel contraddittorio tra consulenti di tutte le parti, la situazione.

Le indagini, in corso da nove mesi, hanno accertato la sottrazione dal cantiere di 200 tonnellate di ferro, rivendute come materiale di scarto. Il tutto avrebbe fruttato "soltanto" 100 mila euro agli indagati. Per tale "miserabile" somma, se rapportata ai 176 milioni di costo dell'intera opera, si è provocato un danno che potrebbe essere di valore enorme.

Anzitutto, i cinque mesi di sosta. Poi, se si accerterà che fra le 200 tonnellate vendute come scarti, ci sono tondini e altri ferri ed acciai lavorati, destinati alla struttura, sarà d'obbligo accertare se le opere sono state eseguite secondo il progetto e se la sottrazione di quanto non era rottame ha pregiudicato la staticità e la sicurezza di quanto finora è stato eseguito.

Limone è zona sismica, vicina all'area Valdieri-Vinadio, con frequenti sismi di bassa intensità, ma talvolta con incidenza notevole, seppur limitata. Ben si comprende come la galleria debba essere sicura, conforme in ogni punto al progetto, affinchè possa essere utilizzata con la certezza di durata.

Abbiamo visto la fine imprevista ed incredibile del viadotto fossanese, per il quale sono in corso gli accertamenti. Si tratta, per quanto è stato finora comunicato, di qualche errore in fase esecutiva, più che di carenze di materiali o di errori progettuali o cedimenti del terreno.

Si arriverà certamente a scoprire la causa ed attribuire le responsabilità. Ma il viadotto fossanese è una pulce a confronto del tunnel Tenda bis. Non vi sono state vittime: sarà ricostruito probabilmente in acciaio ed il transito potrà riprendere.

Per Tenda è un'altra cosa, non solo sotto il profilo economico. La verifica contabile e le testimonianze potranno anzitutto cercare di quantificare le tonnellate di acciaio da costruzione venduti come scarti. Da questa verifica - in corso - potrà emergere quanto doveva essere utilizzato per l'opera ed invece non è avvenuto.

Se l'ingordigia per i 100 mila euro ha portato ad una creazione non conforme, con indebolimento di parti realizzate, saranno necessari - se possibili - interventi di rafforzamento. Ove ciò non fosse possibile, si dovrebbe demolire, rimuovere le macerie e ricostruire con la quantità di ferro necessaria, come previsto progettualmente.

Le verifiche statiche non saranno semplici e rapide, come vorrebbero il sindaco e gli amministratori limonesi ed anche il sindaco di Tenda. Appare fuori luogo l'ipotesi di chiedere urgentemente al ministero delle Infrastrutture la nomina di un commissario straordinario per completare l'opera. Nessuno porrà mano al completamento della galleria prima che il cantiere venga dissequestrato.

Il dissequestro avverrà per disposizione della Procura di Cuneo quando saranno ultimati gli accertamenti. Per la verifica delle posizioni degli indagati e per assicurare la tutela della pubblica indennità. Altresì per evitare che la situazione dei luoghi venga modificata.

Ben si comprende il disappunto dei limonesi, per il pregiudizio del turismo, fonte essenziale dell'economia locale. Occorre constatare se un'opera pubblica così importante, la cui realizzazione è stata discussa per almeno un ventennio, avrà come destino l'obbligo di demolirne o modificarne parte, per renderla agibile e sicura. E ciò prima ancora che sia ultimata e collaudata. Perciò, prima si verificherà l'eseguito e poi si riprenderanno i lavori con un nuovo capo cantiere.

Le indagini in corso - durate 9 mesi - hanno indicato la sottrazione di 200 tonnellate di ferro: non è una quantità trascurabile, pur se riferita ad una grande opera. Dopo il crollo di Fossano, che per un soffio non ha travolto i carabinieri di pattuglia, non si deve neppure pensare di chiudere in fretta la situazione Tenda, anche se c'è chi protesta e vorrebbe una ripresa commissariale.

Se vi fossero problemi di staticità, si dovrebbe riprendere il traforo solo dopo avervi posto rimedio. Non un rattoppo, ma la sicurezza.

Piercarlo Barale

VIDEO