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Roreto di Cherasco: con il Totem per la dialisi terapie a domicilio sempre più efficienti

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Incontro con molto interesse il dott. Giusto Viglino, pioniere e apripista della telemedicina (medicina a distanza) e raccolgo la sua avvincente testimonianza. Già il nome Giusto è un buon presagio, un pò impegnativo, ma al dottore calza perfettamente. Il dott. Giusto Viglino ha iniziato il suo percorso professionale nel 1980 al San Lazzaro di Alba, già direttore della struttura di Nefrologia e Dialisi e del Dipartimento di Medicina all'Ospedale di Verduno, dal 2023 è in pensione ma continua ad occuparsi di ricerca.

Dott. Viglino come ha dato vita al progetto del Totem e quale ragione l'ha spinta?

"Nel 2002 non si parlava ancora di telemedicina. Mi ha sempre affascinato l'idea di prendersi cura dei pazienti al loro domicilio. Nel campo della Nefrologia mi sono occupato della dialisi a domicilio per evitare al paziente di recarsi in ospedale più volte la settimana per una seduta di quattro ore. Gli spostamenti ridotti e la possibilità di rimanere nel proprio ambiente rappresentano un fattore di benessere per il paziente".

Come si è palesata l'intuizione della telemedicina?

"E' un'idea che è stata quasi una presenza fisica, qualcosa che aspettava di essere colta, è una sensazione affascinante tanto che all'improvviso ti sembra persino una banalità. In sostanza considerando la frequenza con cui noi medici utilizziamo il telefono per la cura dei pazienti, sembrava ovvio aggiungere alla parola la potenza della forza visiva".

Come sono state le diverse fasi della gestazione del Totem?

"Potrei riassumere in tre fasi sostanziali: l'invenzione, la costruzione e la sperimentazione. Nel 2002 inizia la ricerca tecnologica per realizzare un sistema di comunicazione audiovisiva a distanza: in un primo tempo ci recavamo a casa del paziente con un televisore ancora con schermo a tubo catodico, assemblando un sistema di trasmissione della Sony, installando la telecamera e forando la parete. Prima dell'arrivo del 3G, il 4G, portavamo fisicamente la linea telefonica a casa del paziente, prenotando la connessione con circa tre mesi di anticipo".

Osservo il dott. Viglino mentre parla con un timbro di voce modulato, suadente e comprendo, in virtù della sua singolare delicatezza d'animo, quanto si prodighi nella ricerca per il maggior benessere del paziente al fine di allentare quel senso di impotenza e di smarrimento che si prova di fronte alla malattia.

Attraverso questi primordiali esperimenti cosa avete dedotto?

"Costruito il primo prototipo del Totem l'evidenza era che funzionava, eccome! Il Totem a domicilio consente al paziente di vedere il medico e le infermiere, già conosciuti in ambulatorio, mentre operano dalla stazione di controllo rassicurandolo, seguendo e controllando, passo dopo passo, ogni procedura di dialisi, con lo scopo di renderlo autonomo nella gestione della terapia per non sentirsi di peso ai suoi familiari. E' questa l'essenza della telemedicina: con il supporto della tecnologia, al paziente dall'ospedale, forniamo l'assistenza come se fossimo a domicilio. Il primo Totem è stato immaginato e concepito come una tecnologia che si percepisse come molto semplice, non insormontabile, specialmente dai pazienti anziani. Dopo la fase di sperimentazione all'ASL CN2 nell'ambito della Nefrologia è iniziata la collaborazione con la ditta Tesisquare di Roreto di Cherasco all'avanguardia nel settore dell'informatica, per la progettazione e la successiva costruzione nel 2015 del primo Totem eViSuS (electronic video supporting system)".

Mi descrive il Totem?

"Il Totem ha una forma cilindrica, alto circa 1,7 metri quando è aperto, profondo circa 30-50 cm, quindi facile da integrare negli ambienti, dispone di una telecamera ad alta risoluzione, controllata a distanza da un software dotato di specifiche funzioni che consentono prestazioni di Telemedicina avanzate e specialistiche. Ed è munito di uno schermo LCD o LED ad alta risoluzione per una visione chiara delle immagini. In seguito, al sistema è stato aggiunto un software che, attraverso l'elaborazione di un algoritmo (Sistema di addestramento esperto), consente di insegnare al paziente le procedure mediche e valutare il suo grado di apprendimento per essere svolte correttamente in piena autonomia. La piattaforma di Telemedicina, inizialmente sperimentata e utilizzata solo in Nefrologia, partendo dall'intuizione del Totem eViSuS, si è evoluta significativamente ampliando il suo campo di applicazione in altri ambiti sanitari".

Immagino che la ricerca e la sperimentazione abbiano richiesto un notevole investimento.
 
"Sì, infatti il supporto continuativo e stabile della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo è stato fondamentale per sviluppare e testare una piattaforma di Telemedicina innovativa che, nel corso degli anni, è diventata un ecosistema digitale per offrire soluzioni scalabili e integrate in grado di rispondere alle diverse necessità clinico-assistenziali dei pazienti. Inoltre ottimizza e rende più efficaci i percorsi di
assistenza, integrando la medicina a distanza con quella in presenza".
 
Qualche esempio?
 
"Oltre alla cura dei pazienti con malattia renale sono molti gli ambiti in cui la piattaforma è attualmente utilizzata nell ’ASLCN2: l’assistenza e la cura dei pazienti malnutriti in RSA; la cura delle lesioni cutanee negli ambulatori territoriali, nelle RSA e a domicilio; il follow-up (visita di controllo periodica) dei pazienti con cefalea e/o malattie rare a domicilio; la gestione della fase pre e post ricovero delle donne sottoposte ad interventi chirurgici ginecologici; la gestione domiciliare dei pazienti  con grave scompenso cardiaco; la gestione del diabete in corso di gravidanza; la gestione della stomia nei pazienti colostomizzati. Inoltre a breve la piattaforma sarà fruibile anche in ambito chirurgico, radioterapico, riabilitativo e psicologico".

Quali vantaggi apporta la Telemedicina con i nuovi modelli di assistenza e cura?
 
"La Telemedicina apporta notevoli benefici sia nell'equità dell'accesso, sia nell'efficienza delle prestazioni. Inoltre potrebbe contribuire a ridurre le liste di attesa ambulatoriali, gli accessi in pronto soccorso, la necessità e la durata dei ricoveri".

Quali sono, per il momento, gli ultimi sviluppi della piattaforma?
 
"Mentre la configurazione avanzata della piattaforma, attraverso dispositivi specifici come il Totem consente di effettuare prestazioni di Telemedicina avanzate e specialistiche, lo sviluppo della configurazione base con l'app BioCare eViSuS, consente di effettuare la Televisita, la Teleassistenza, il Teleconsulto ed il Telecontrollo dei parametri vitali e dei sintomi utilizzando dispositivi commerciali come smartphone, tablet, pc.
 
Secondo lei, Guglielmo Marconi come commenterebbe la Telemedicina?
 
"La domanda mi fa sorridere perché il paragone è impietoso, tuttavia penso che approverebbe".
 
Fiorella Avalle Nemolis

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