ALBA
Caro Direttore, invio alcune riflessioni, in qualità di semplice cittadino, in merito alla venuta a Cuneo del ministro Graziano Delrio, sull’annoso problema del completamento della Cuneo-Asti.
Ho letto da qualche parte che il sindaco di Alba intenderebbe adire, non so in che forma e contro chi, le vie legali se l’incontro previsto per lunedì tra gli amministratori di Cuneo e Provincia e il ministro, sul problema della Cuneo-Asti non dovesse sortire effetto concreto alcuno.
Ma allora noi cittadini di Cuneo, che cosa dovremmo fare?
Noi che quando andiamo a Torino allunghiamo di circa 15 km., dopo avere sborsato la modica cifra di 10 euro all’andata e di 10 euro al ritorno.
Noi che quando dobbiamo inserirci sulla Torino-Piacenza dobbiamo sorbirci il tratto Roreto-Alba con i meravigliosi tornanti che portano alla rotonda di Cherasco. Ve li raccomando, soprattutto nelle giornate di pioggia e nebbia, quando bisogna impostare la curva, incrociando i Tir che provengono in senso contrario.
Una delizia.
Noi che quando arriviamo alla sera al fatidico casello di Asti Est benediciamo i nostri amministratori che ci riservano la tangenziale di Torino come male minore, con i suoi 35 Km. di allungo. Eppure sarebbero sufficienti pochi Km. di autostrada per essere a casa in 45 minuti.
Noi che abbiamo cominciato a pagare il pedaggio fin dal primo giorno di utilizzo, mentre altri hanno potuto godere dell’ingresso gratuito per un lungo periodo.
Il riferimento è alla tratta Alba-Asti, tanto per non fare nomi.
Quanta gente ha parlato e parla della Cuneo-Asti, del suo completamento. Fiumi di dichiarazioni, di impegni, di promesse mai mantenute, in una vertiginosa sarabanda di riunioni, di comunicati, di primogeniture rivendicate, smentite da altre primogeniture.
Eppure il problema non è stato ancora risolto. Una sorta di teatrino dell’assurdo, di finti sordi e di parolai a corrente alternata, a seconda della più o meno prossima scadenza elettorale.
Una cosa è certa: noi abitanti di Cuneo siamo stati e siamo trattati non come cittadini di serie B, ma di serie Z!
Eppure questa terra, questa gente ha dato molto al suo Paese.
Migliaia si sono perduti, sepolti nelle pianure gelate dell’inverno russo nel secondo conflitto mondiale. Altri hanno sacrificato la loro vita combattendo nella Resistenza, per la nostra libertà. Ogni vallata ha avuto le sue bande partigiane, in permanente contatto e aiuto da parte delle nostre popolazioni.
Duccio Galimberti tenne il suo famoso discorso da una terrazza della “Sua” piazza, chiamando tutti a combattere ”fino alla cacciata dell’ultimo tedesco” dal nostro Paese.
Una Piazza ridotta oggi a un colabrodo, massacrata da eventi impropri degni di qualche sagra di strapaese.
Con tutto il rispetto per le sagre di strapaese, ovviamente.
Le nostre lapidi riportano in rigoroso ordine alfabetico i nomi di questa gente, signor ministro. E sono tanti.
In molti paesi la generazione del 1921/22 manca completamente.
Mi rivolgo a Lei per dirLe che quest’area del basso Piemonte ha un bisogno vitale del completamento di questa infrastruttura, altrimenti sarà molto più probabile che gli investimenti produttivi e le imprese sceglieranno altre aree, meglio servite da un sistema di comunicazioni più conveniente.
E le conseguenze sono facilmente immaginabili.
Di una cosa non c’è più bisogno, signor ministro.
Di altre parole inutili, di altre vaghe promesse, di ulteriori manovre dilatorie.
So quanto è difficile risolvere i problemi in questo nostro Paese.
Ma una cosa ho imparato: che se c’è la volontà e la determinazione per trovare una soluzione, questa può essere raggiunta, anche se non è sempre facile, anche se chi assente con il capo, talvolta tira i calci sotto il tavolo.
Piero Arese