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Stupri di gruppo: basta con i luoghi comuni alla ricerca di vane difese per coloro che li commettono

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - L’infelice "caso" del figlio di Grillo su cui è intervenuto anche con forti dichiarazioni il padre Beppe, in attesa degli ulteriori sviluppi giudiziari richiede una puntuale illustrazione dell’aspetto più importante di questo tipo di vicende: il consenso della asserita vittima dello stupro. Molti affermano che le donne incappate in questo dramma, le cui conseguenze non le abbandoneranno per tutta la vita, in realtà se la siano andata a cercare. Motivano tale convincimento con l’indossare abiti succinti, essere disponibili ad accettare inviti da persone appena conosciute, frequentare locali pubblici da sole. È diventata obiettivo di qualche assatanato maschietto anche la donna che pratica sport nei parchi o nei sentieri. A Palemmo, nella Cicilia bedda, le donne venivano catalogate come de letto o de casa, con la precisazione che le prime possono essere frequentate, magari anche da sposati, ma mai portate a nozze. La mentalità atavica, ancora presente, pur se negata recisamente, talvolta emerge nell’inconscio.

L’ex premier Conte, richiesto di esprimersi, è stato, come sempre, ecumenico, direi veterodemocristiano. Si è rivelato inconsciamente maschilista, quando ha affermato che bisogna anche occuparsi della ragazza.

Dalla legge la violenza degli autori viene punita con maggiore gravità, perché indica notevole capacità a delinquere, pianificazione, ripartizione dei compiti e vicendevole difesa. La vittima perde ogni tutela, non ha scampo e deve soddisfare ogni violenza proveniente dagli stupratori. Il corpo della vittima viene violato, disprezzato: una sorta di esecuzione programmata. 

Le conseguenze sono terribili. Non ci sono risarcimenti che consentano di dimenticare l’esperienza. La vittima, in talune parti d’Italia viene ritenuta causa dell’evento, mentre i maschi si atteggiano a trionfatori, filmando e diffondendo, con ulteriore disprezzo per colei che hanno violato. Fino a qualche tempo fa le vittime - se di stupro ed ancor più se di violenza di gruppo - tacevano. Così le loro famiglie. Soprattutto se gli artefici appartenevano alla cosiddetta buona società. Ciò per evitare conseguenze negative per il futuro della vittima, per quel poco che avrebbe ancora potuto offrirle.

Lo stupro di gruppo è stato da sempre utilizzato, soprattutto in guerra o dalle criminalità organizzate, come dimostrazione del massimo disprezzo per la vittima. Quello singolo, nel periodo fascista, rappresentava la sopraffazione del macho fascista nei confronti dell’antifascista. Si è molto discusso sull’eventuale violenza subita da Giacomo Matteotti da parte dei rapitori assassini. È rimasto un mistero, che non merita approfondimento. Gli eroi restano tali, mentre i manganellatori assassini, i dispensatori di olio di ricino, i torturatori dei partigiani, gli utilizzatori di gas asfissianti in Libia ed Etiopia, rappresenteranno per sempre la peggiore Italia.

Quando la democrazia muore e diventa la dittatura di Benito Mussolini, accettata passivamente dal sovrano, come dicono a Palermo: a schifio fenisce. Ed a schifio è finita, per tutti gli italiani, dalla marcia su Roma al 1945.

Da tempo si considera necessario il consenso anche tra coniugi, per l’esercizio della sessualità. Il reato si concreta in assenza dello stesso. L’onere probatorio - a carico della asserita violentat a- non è di facile soddisfacimento. Le prostitute - seppur elegantemente definite escor t- mercificando il loro corpo, hanno pari dignità sotto il profilo del rispetto della loro sessualità, alle altre donne. L’esercizio della loro professione, a date condizioni, con l’ottenimento del compenso pattuito, non impedisce che in qualunque momento il consenso già espresso venga revocato. Ove non si verificasse la desistenza immediata del cliente, pur pagante, ci si troverebbe di fronte ad uno stupro. In questi casi l’onere probatorio, a esclusivo carico della concedente il corpo, sarebbe di difficile adempimento.

Molti giovani, che hanno ricevuto dalla famiglia educazione ai sentimenti, sanno come comportarsi negli approcci con l’altro sesso. Le donne desiderano, salve rarissime eccezioni, dolcezza, eleganza e delicatezza. Sono bellissime le sensazioni che danno i primi approcci, spesso tra compagni di scuola. È il tempo delle mele.

Tanti altri giovani abbronzati e palestrati, poco studianti e nullafacenti, sono stati imbottiti di quattrini, moto, auto, l’immancabile Rolex, da genitori che si sono limitati a metterli al mondo, badando poi ai fatti propri. Taluni di questi bamboccioni, negli approcci con le ragazze, seguono anche l’esempio dato da personaggi finiti al centro delle cronache. Non certo il modo più opportuno per instaurare un rapporto, a prescindere dalle conseguenze penali.

Piercarlo Barale

 

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