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"Storie di altri mondi": la rassegna teatrale prosegue a Torino, Dogliani e Racconigi

SAVIGLIANO

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CUNEO CRONACA - "Storie di altri mondi" è la rassegna di spettacoli de Il Mutamento nell’ambito del Progetto triennale BEFORE AND AFTER SCIENCE | Immaginando il futuro dedicato alla ripresa e al superamento delle difficoltà e delle necessità generate dalla pandemia. Di seguito il programma con i prossimi spettacoli:

 

Mercoledì 9 novembre | ore 21.00

San Pietro in Vincoli Zona teatro

La vedova scalza | Theandric - Teatrononviolento (CA)

Tratto da “La vedova scalza” di Salvatore Niffoi

con Carla Orrù, Fabrizio Congia, Marco Secchi, Andrea Vargiu

maschere Marilena Pitturru - musiche Menhir

costumi Marilena Pitturru, Salvatore Aresu

Regia Maria Virginia Siriu

Selezionato dal prestigioso Festival In Scena! New York 2020 (aprile-maggio 2020)

Tratto dall'omonimo romanzo di Salvatore Niffoi vincitore del Premio Campiello 2006, lo spettacolo accompagna gli spettatori lungo un percorso catartico che dalla cieca violenza sfocia nel suo rifiuto. La vendetta, la sopraffazione, l'onore da lavare col sangue sono gli ingombranti concetti che vengono messi in dubbio.

Siamo nella Barbagia degli anni '30, popolata di piccoli paesi in cui la vita è regolata dai podestà fascisti e dalle leggi non scritte della società tradizionale. La violenza è ovunque: nello strapotere fascista, nelle angherie delle forze dell'ordine, nel sistema di usi e consuetudini che fossilizza i membri della società in una serie di ruoli prescritti e azioni comandate. La donna ne fa parte in quanto essere quasi annichilito: dedita alla vita rurale, è destinata solo alla preghiera e alla procreazione. La protagonista, Mintonia, appare da subito come il personaggio adatto a rompere questo circolo vizioso autoperpetuantesi: al contrario delle donne del suo paese, si istruisce, legge Grazia Deledda e Tolstoj, è recalcitrante all'idea di subire dei soprusi senza proferir parola. Sceglie da sé il proprio marito, Micheddu, a dispetto della contrarietà dell'intero paese che lo guarda con sdegno a causa del suo carattere ribelle.

Micheddu, come Mintonia, non ama sottomettersi al potere, e presto finisce nel mirino del brigadier Centini. Il concatenarsi degli eventi costringe Micheddu alla latitanza. Infine, verrà ucciso e smembrato orribilmente. Rimasta sola con un figlio da crescere, Mintonia brucia dal desiderio di vendicarsi uccidendo il mandante, Centini. Riesce a introdursi nella casa del brigadiere e, dopo averlo sedotto, lo accoltella a morte. Subito dopo, scappa in Argentina. 

Se la violenza dovesse trionfare, tutto finirebbe così. Invece Mintonia, seppur colpevole, diventa il motore del cambiamento: accortasi di essere rimasta incinta di Centini, decide di tenere il bambino. Cresce dunque i suoi due figli, l'uno del marito vendicato, l'altro del mandante ucciso, come fratelli. La vendetta non ha più senso, il peso del rimorso è un prezzo troppo caro da pagare: il perdono rappresenta l'unica via di fuga dalla spirale di sangue. Mintonia si sporca le mani di sangue, ma si redime, dando la vita dopo averla levata. È una dispensatrice di morte che si converte alla vita, usando l'empatia e l'intelligenza.

Giovedì 10 novembre | ore 20.00

Teatro Agnelli

La vedova scalza | Theandric - Teatrononviolento (CA)

(replica)

Sabato 12 novembre | ore 21.00

Teatro Sacra Famiglia - Dogliani (CN)

Alba dell’orrido di Elva | Il Mutamento (TO)

Progetto ROSAGUERRA 1915|1946: L’eroismo al femminile tra le due guerre 

Drammaturgia e regia Giordano V. Amato 

Con Eliana Cantone 

Negli ambienti rurali, come in quelli urbani, l'evento bellico mutò profondamente le relazioni tra uomini e donne, tra genitori e figli; in particolare, le relazioni parentali si alterarono, ridefinendo responsabilità e ruoli per il soddisfacimento dei nuovi bisogni. 

La giovane Alba, nata a Elva, tra le montagne della Val Maira, attraversa da adolescente la prima guerra mondiale. Ormai donna lascia le montagne per realizzare il suo sogno di diventare maestra; come dote porta con sé il segreto della guerra partigiana, della quale è partecipante attiva. 

Alla fine della seconda guerra mondiale Alba, ormai cinquantenne, sarà chiamata a esprimere il suo voto nel primo suffragio universale italiano.

Domenica 13 novembre | ore 17.00

SOMS, Racconigi (CN)

Alla ricerca di Kaidara |Il Mutamento (TO)

Drammaturgia e regia Giordano V. Amato

Con Amandine Delclos

Alla ricerca di Kaidara prende spunto da una delle opere più significative della cultura africana tradizionale. Pubblicato per la prima volta nel 1968 da Amadou Hampaté Bâ e Lilyan Kesteloot, il racconto iniziatico “Kaidara” fa parte della letteratura tradizionale Peul del Ferlo senegalese, come dei Peul del Macina. 

Tre giovani eroi, Hammadi, Hamtudo e Demburo, partono alla ricerca del misterioso Kaidara. Il loro sarà un viaggio ricco di avventure e di strani incontri. L’introvabile Kaidara abita luoghi straordinari e può apparire improvvisamente sotto le spoglie di un umile mendicante, o di un vecchietto deforme, dispensando a ognuno premi e castighi, secondo i propri meriti.

“Kaidara”, sotto la parvenza di favola per bambini, dispensa insegnamenti profondi e attuali; per essere compresa è necessario tranquillizzare la mente e aprire il proprio cuore all’ascolto, rendendolo simile a quello di un bambino. Solo così potremo comprendere pienamente il significato di questa grande avventura. 

Sabato 19 novembre | ore 21.00

San Pietro in Vincoli Zona teatro

Alle mie figlie. Avere come mamma Bocca di Rosa | Palinodie (AO)

drammaturgia Verdiana Vono

progetto e regia Stefania Tagliaferri

progetto grafico Valentina Nota

con Valentina Celentano, Eleonora Cicconi, Elisa Armellino

Con lo spettacolo Alle mie figlie. Avere come mamma Bocca di Rosa vogliamo prendere in mano l’eredità che abbiamo ricevuto dalle nostre madri e dai nostri padri, dalle generazioni precedenti alla nostra, per interrogarci sul futuro che immaginiamo per noi e per le nostre sorelle.

Vogliamo raccontare una nostra versione della storia. Parziale, personale, forse sbagliata, in ogni caso nostra. Non ci è dato conoscere il punto di vista di Bocca di Rosa su tutti quegli uomini, su tutte quelle donne che di lei hanno parlato, sparlato, osannato, approfittato, deriso, cantato. Così abbiamo scelto di raccontare il nostro, immaginando di essere le sue figlie.

Nella notte che dura lo spettacolo, le protagoniste sono bloccate. Nessuna via di fuga all’orizzonte, individuare delle prospettive luminose non sembra possibile. Ma è proprio in questo buio che cercano le chiavi per riappropriarsi di uno sguardo che sappia andare più lontano del presente e che non si perda nella malinconia del passato.

In Alle mie figlie. Avere come mamma Bocca di Rosa si parla di sesso, di sonno, di musica, di politica, di rivendicazioni, di pacificazioni. Si balla e ci si nasconde. Si ha paura.

Quanto può durare una notte?

Venerdì 25 novembre | ore 19.00

Atelier Ricerche Visive

Vincent River | Atto Due (FI)

di Philip Ridley

dal testo di Philip Ridley

traduzione Carlo Emilio Lerici e Fabiana Formica

regia Sandra Garuglieri e Marco Toloni

con Simona Arrighi e Samuele Anselmi

luci Brando Nencini

video Matteo Tortora

musiche originali Giovanni Sabia

produzione Atto Due

Una madre, un ragazzo sconosciuto, un lutto: questo l'impianto drammaturgico iniziale di Vincent River di Philip Ridley. 

Chi è Vincent River? Un figlio, vero protagonista del testo, che con la sua drammatica assenza obbliga la madre Anita a un confronto costante con Davey, il ragazzo sconosciuto. Nelle serrate sequenze del dramma, Anita, grazie a Davey ricostruirà, passo dopo passo, gli ultimi istanti della vita di Vincent e la causa della sua morte violenta. 

Scritto agli inizi del duemila, Vincent River, sembra a prima vista un testo   sul tema dell’omosessualità, sulla sua accettazione, sulla violenza omofoba, ma ad una lettura più attenta trova nelle ragioni dell'amore la sua essenza più profonda: le ragioni di Anita, di Davey, di Vincent.

Bisogno d'amore, cruda realtà, un linguaggio secco ed essenziale sono al centro dell'azione che nella condizione umana di solitudine di Anita trova la sua espressione più profonda.

Sabato 26 novembre | ore 21.00

San Pietro in Vincoli Zona teatro

Vincent River | Atto Due (FI)

(replica)

Ingressi

SPV e Atelier Ricerche Visive:  8,00 € intero | 5,00 € ridotto

Racconigi: 10,00 € intero | 8,00 € ridotto

Dogliani: 5,00 € intero | 3,00 € ridotto

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