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Stagionali e Covid-19, Marello (Pd): "La Regione non ha assunto ancora idonei provvedimenti"

SALUZZO

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CUNEO CRONACA - Mercoledì 6 maggio era infatti apparsa sui giornali la notizia divulgata dal Sindaco di Saluzzo relativa ad un primo caso di accampamento in città su suolo pubblico di persone straniere arrivate per i lavori stagionali nel comparto frutticolo.

Negli ultimi anni questa problematica è stata al centro della vita pubblica del saluzzese, considerata la necessità di migliaia di lavoratori (circa 10 mila) nel comparto agricolo territoriale di una vasta area della Provincia di Cuneo.

Da settimane i sindaci del territorio, le organizzazioni di categoria (quelle datoriali e sindacali), hanno evidenziato le preoccupazioni per l’annata in corso nel reperimento della manodopera necessaria, comprese le problematiche di natura igienico sanitaria relative all’alloggiamento dei lavoratori, facendo precise richieste alla Regione Piemonte che ha in materia competenze e responsabilità (compresa l’Unità di Crisi).

Anche il Gruppo consiliare Pd ha sollevato la questione, facendo puntuali proposte sia per quanto attiene le modalità di reperimento dei lavoratori (si corre il concreto rischio che i lavori nei campi restino al palo), sia per quanto attiene gli aspetti sanitari dipendenti dalla pandemia Covid 19.

«Ad oggi la Regione Piemonte non ha ancora assunto idonei provvedimenti in merito, se si eccettua l’apertura di una piattaforma di incontro tra domanda e offerta di lavoro, peraltro di complicato accesso e in sola lingua italiana, con evidenti difficolta per i lavoratori stranieri», ha spiegato il Consigliere Marello.

«La stagione agricola sta entrando nel vivo, e in assenza di provvedimenti regionali, i problemi, non ultimo quello della sicurezza sanitaria, rischiano di esplodere; il tema della sicurezza sanitaria riguarda i lavoratori, ma più in generale la popolazione residente e il tema del lavoro in agricoltura al tempo del Covid19 concerne vaste aree del Piemonte, regione a fortissima vocazione agricola soprattutto di eccellenza. E’ inimmaginabile nel corso di questa emergenza l’esistenza di alloggiamenti (tanto più se si tratta di accampamenti) con le modalità conosciute in passato», ha aggiunto.

«Negli ultimi anni i lavoratori dei campi, dei frutteti, degli orti e delle vigne sono stati in larga misura lavoratori stranieri (con percentuali che in taluni casi superano l’80% della manodopera complessiva). Si corre pertanto il concreto rischio che quella che era una grave emergenza nel territorio saluzzese si riconfermi in modo ancora più drammatico e si estenda in modo significativo anche ad altre aree piemontesi.

«La Regione Piemonte ha disciplinato la riapertura di molti settori economico-produttivi e stupisce, pertanto, il fatto che per un settore economico fondamentale come quello agricolo -  che non si è mai fermato e ha garantito prodotti sulle tavole dei piemontesi in questi mesi difficili – concretamente non si sia ancora fatto pressochè nulla», ha concluso infine Marello chiedendo quali provvedimenti intenda assumere in merito.

L’assessore risponderà all’interrogazione nel corso del prossimo Consiglio Regionale.

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