Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Siccità: "Inutile lamentarsi, le dighe di Moiola e Stroppo resteranno un sogno"

MONTAGNA

  • Foto
  • Foto
Condividi FB

PIERCARLO BARALE - Siamo in una provincia con molti corsi d'acqua, alte montagne ricche di neve e di pioggia. Dopo la costruzione delle grandi dighe, nei primi decenni del secolo scorso, soltanto la grande centrale a pompaggio, realizzata in Valle Gesso dall'Enel, ha incrementato le riserve idriche. Finalizzate tutte alla produzione di elettricità, mentre l'agricoltura restava al palo.

Si accontentava - con la Dc e Coldiretti - di quanto esistente: la rete di canali risalente ai secoli scorsi costituiti ora in consorzi di primo e secondo grado. Gli amministratori di quell'epoca - almeno taluni - ritenevano di non lanciarsi in progetti costosi, anche se avrebbero potuto farlo, attingendo direttamente alle risorse statali, in quanto ancora non erano state realizzate le regioni.

Secondo la teoria dominante a quel tempo, se l'amministratore intendeva essere rieletto, si votava la lista che presentava lo scudo crociato - non doveva fare nulla, se non l'ordinaria gestione dell'ente. In particolare, i progetti che non potevano essere realizzati nei quattro anni di mandato, in modo da essere inaugurati prima della scadenza, erano accantonati.

Figuriamoci se si pensava di realizzare la diga di Moiola, capace di immagazzinare, nel progetto portato al dettaglio esecutivo di un appassionato ingegnere idraulico, centinaia di milioni di metri cubi. Avrebbe soddisfatto le esigenze idriche della pianura cuneese ed avuto contestuale funzione di mitigazione del clima del capoluogo, consentito sport nautici a vela e remi.

Alcune volte se ne parlò. Vennero evidenziati i rischi di creare una palude, se nell'estate fosse stata svuotata o quasi, per le esigenze degli utenti agricoltori - con svantaggio però delle attività turistiche. Ricordiamoci delle infinite trattative, conferenze, prese di posizione, per realizzare infine un'autostrada scadente sotto il profilo della fruibilità, sia per la Liguria che per Torino. E' diventata una delle tante barzellette cuneesi, sicchè, per andare a Torino, occorre procedere prima verso la Liguria.

Si progettò poi - a livello di ipotesi tecnica - l'invaso di Stroppo, più impegnativo di Moiola, ma enormemente più piccolo. Anche per la vicenda del Vajont, l'iniziativa fu accantonata. Mancavano soprattutto i quattrini ed anzitutto la volontà di impegnare ingenti fondi regionali, sottraendoli alle consuete erogazioni clientelari con gli sponsor politici già impegnati per le stesse.

Si optò quindi per la politica regionale "dei piccoli invasi". Parecchie vasche da bagno di costo limitato, in modo da esser realizzate senza impatti sul territorio e sull'ambiente. Di Moiola neppure a parlarne, con univoca posizione degli amministratori, locali e regionali, e dei parlamentari del territorio. Fatta eccezione per Natale Carlotto, già direttore Coldiretti e poi parlamentare, che anche oggi è schierato tra i difensori del grande invaso a basso costo e rischio.

Fra tanto disinteresse suicida, esteso a tutti quelli che hanno ed hanno avuto compiti amministrativi e politici, brilla invece l'avanzamento del progetto "Serra degli ulivi". Nonostante le consuete opposizioni - non potevano mancare - di alcune associazioni ambientaliste, il progetto avrà attuazione, consentendo di raccogliere consistenti quantità della preziosa acqua, a vantaggio di un'ampia zona.

E' difficile ottenere finanziamenti per gli invasi, così come superare le opposizioni agli stessi, spesso da chi invece dovrebbe, anzichè opporsi a prescindere, collaborare per migliorare i progetti alla luce delle condivisibili esigenze di tutela del territorio ed ambiente.

Non si può sempre demandare ai giudici amministrativi le decisioni già assunte, con tutte le competenze di legge, dagli organi preposti, con il rilascio dell'autorizzazione ambientale e l'approvazione del progetto. E' assai comodo impugnare, avanti il T.A.R., poi ricorrere al Consiglio di Stato e poi non rispondere di danni rilevantissimi per il ritardo arrecato al progetto.

Nel Paese dei giuristi tutti ricorrono ai giudici, senza però il rischio di pagare le spese delle azioni rivelatesi poi infondate. Succede spesso che qualunque iniziativa che interessi il territorio - come gli invasi - venga ostacolata, pur avendo ottenuto le autorizzazioni di legge. L'opera è bloccata fino all'esito definitivo delle azioni giudiziali intraprese, senza che - a parte le spese legali spesso compensate - i promotori si trovino gravati del risarcimento per i danni provocati.

Un progetto da decine di milioni di euro, o centinaia, bloccato per un anno, comporta maggiori spese di realizzazione intorno al dieci per cento. Se fossero accollate a chi le ha provocate, sostenendo motivi risultati infondati, la litigiosità diminuirebbe.

E le realizzazioni di invasi ed altri importanti progetti sarebbero velocizzate. Ci si domanda se le istruttorie svolte con le conferenze dei servizi e la partecipazione di tutte le amministrazioni interessate, contino nulla e se occorra il parere preventivo e determinanti delle associazioni di tutela ambientale, pena le opposizioni delle stesse, sicure per qualunque progetto.

Le associazioni svolgano il loro importante compito con la presa visione dei progetti, la comunicazione di osservazioni o proposte, senza pretendere di prevalere sulle decisioni motivate assunte nelle conferenze dei servizi normate in sede europea e nazionale.

Per concludere, mai si vedrà qualche politico o politicante occuparsi della diga di Moiola o di Stroppo, o di altri invasi, che non siano piccoli e quasi irrilevanti. Quasi tutti coloro che hanno ottenuto un mandato elettivo, a qualunque livello, mai patrocineranno iniziative idriche, se non di piccola rilevanza ed immediata esecuzione: cioè nel corso del mandato.

Se non fosse venuto al mondo - peraltro in ben altri tempi - Camillo Cavour, che realizzò in tempi rapidi il sitema di canali che porta il suo nome, la zona servita sarebbe ancora da irrigare. Ci vorrebbe un altro Cavour per le dighe di Moiola e di Stroppo.

Piercarlo Barale

VIDEO