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'Siamo cosa mangiamo' e il mercato della terra lo dimostra a Bra

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - La terza domenica del mese a Bra, c'è una novità: Il mercato della Terra.

E' domenica mattina, il sole di luglio, il cielo limpido, e una piacevole brezza, mi invitano a fare una passeggiata in città.

Una scelta alternativa: godere e riscoprire la bellezza della nostra ridente cittadina.

Circondata da edifici storici: palazzo Mathis, sede di mostre e di incontri culturali, palazzo Garrone sede della Pretura, e il palazzo Municipale, non posso che fermarmi ad ammirare le bellezze architettoniche.

Scendo in corso Garibaldi e sotto i portici, dell'Ala, mi imbatto in una decina di gazebi di produttori locali: è il mercato della Terra.

C'è ampio parcheggio e nei giorni festivi è gratuito.

C'è di tutto per fare una buona spesa alimentare.

Non manca nulla: ortofrutticoli, latticini, formaggi, carni bianche, salumi, prodotti della farina, vino, e le immancabili marmellate e i mieli.

Che dire? Un supermercato, anzi un mercato-super a cielo aperto.

Super, sono gli alimenti che ogni singolo produttore offre a chilometro 0.

L'accordo tra i produttori è saldo.

C'è un clima di collaborazione e di stima reciproca.

L'atmosfera è distensiva.

Lo spazio espositivo è riparato, luminoso e spazioso.

E la merce, proprio quella è il simbolo del ritorno alla terra.

Ogni produttore mostra i propri gioielli, è un lavoro duro coltivare, produrre e commercializzare piccole quantità.

Ma loro ci credono fermamente.

E vanno premiati. Ma, sopratutto noi consumatori dobbiamo premiarci, con la scelta giusta: buono, sano, giusto e pulito.

E' il motto di Carlin Petrini, non per nulla in cima ad ogni gazebo sventola la bandiera con la chiocciolina di Slow Food.

Parlo con ognuno dei produttori, sono soddisfatti della scelta fatta. “Certo, è un mercato nuovo, in crescita. Va' coltivato, come la terra. Il progetto ha avuto inizio solo dal mese di aprile di quest'anno. Bisogna ancora farci conoscere. Ma, finora siamo soddisfatti.” commenta uno di loro. Da un banchetto all'altro è scoprire le fatiche del pastore, che racconta del suo bestiame, della cura che richiede e del tempo impiegato per produrre i formaggi. Come le fatiche dei produttori ortofrutticoli, soggetti anche ai rischi climatici, al raccolto. Ognuno racconta la propria storia. Uno scrigno di sapienze e di saggezza. “La motivazione di questo mercato?”“Lo scopo è di valorizzare il contatto col cliente - risponde un produttore di miele- Quello diretto: spiegare la qualità della merce, consigliare e perché no, scambiare anche due chiacchiere.”

E' proprio così: anche un modo di socializzare,

Di conoscere. Di portare a casa prodotti freschi, sani e in sacchetti di carta.

Non in quelle odiose vaschette di plastica.

Brutte da vedere, difficili da smaltire, che spesso nascondono un prodotto stanco. Che ha viaggiato su gomma e su mezzi refrigerati, e chissà da dove proviene.

Ma come, proprio a Bra che è il regno degli orti, non approfittarne?

Si torna a casa con una bella spesa settimanale, fatta con piacevolezza, con consapevolezza e anche con qualche nozione in più sugli alimenti.

Come dice Carlin Petrini: “Siamo cosa mangiamo.”

Ed e' proprio così. Allora, approfittiamo: portiamo anche i nostri bimbi, ad apprendere che il latte non nasce nelle confezioni di cartone e via discorrendo.

La cultura del cibo non è da trascurare.

La cultura del cibo ci ricongiunge alla natura. Alla terra. Che tanto abbiamo bistrattato.

Fiorella Avalle Nemolis

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