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Si laurea da casa con 110 e lode: "La dedico ai miei nonni originari di Castelmagno"

MONTAGNA

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CUNEO CRONACA - Alessia Argelli, 26 anni, di Torino, è una delle tante studentesse italiane che si sono trovate a laurearsi da remoto per l'emergenza Coronavirus. Il 16 aprile 2020 è diventata dottoressa magistrale in Letteratura, Filologia e Linguistica Italiana (proseguimento di una laurea triennale in Lettere) presso l'Università degli Studi di Torino. O meglio, presso una stanza virtuale dell'Università, in quanto le discussioni e le proclamazioni sono avvenute per via telematica.

E' strano coronare un sogno in questo modo: "Mi sono ritrovata a laurearmi in soggiorno, in un'atmosfera a dir poco surreale - racconta Alessia -, con un piccolo buffet per due persone allestito sul terrazzo. Fortunatamente, amici e parenti hanno potuto partecipare come spettatori, collegandosi via internet, così è stato un po' come averli vicini, anche se lontani". 

E' stato interessante, poi, scoprire che la sua tesi di laurea, in Geografia Linguistica, valutata 110 e lode, ha avuto come argomento la toponomastica di tradizione orale di Castelmagno. "A Castelmagno - racconta la studentessa - ho trascorso tutte le mie estati e tutti i miei Natali, ad eccezione forse di quello del 2009, quando una grande nevicata isolò l'alta valle. A Castelmagno risalgono le mie origini. Sia mia nonna materna, sia quella paterna sono nate e cresciute lì. Ho avuto la fortuna di conoscere le mie bisnonne castelmagnesi e di averle avute con me fino a tempi recenti".

La bisnonna materna, Mariuccia, gestiva una locanda nel centro di Campomolino, la Locanda della Posta (anche se tutti la chiamavano "da Mariuccia") ed è rimasta nel cuore di tutti, residenti e turisti dei decenni passati. A Castelmagno hanno sede l'associazione storico-culturale La Cerchia, il Centre Ousitan de Coultura "D. Dalmastro" e il periodico locale La Vous de Chastelmanh, la Baìo di San Magno, tutte iniziative culturali legate al territorio cui Alessia collabora da anni.  

Ma veniamo al motivo per cui Alessia ha scelto di dedicare al Comune dell'Alta Valle Grana entrambe le sue lauree. "Il prof. Rivoira, docente di Dialettologia Romanza, al mio secondo anno di Lettere mi propose di intraprendere un'inchiesta a Castelmagno, che seguisse il metodo dell'Atlante Toponomastico del Piemonte Montano (Progetto di cui fa parte la mia ricerca, www.atpmtoponimi.it) i cui primi risultati sarebbero diventati la mia tesi di laurea. Il lavoro è consistito in una fase di interviste svolte grazie alla disponibilità degli abitanti del luogo (in parte ancora residenti, in parte emigrati in pianura) e in una fase di schedatura e digitalizzazione dei dati raccolti".

"Durante le interviste - spiega Alessia - ho cercato di raccogliere, dalla viva voce degli informatori, tutti i nomi di luogo che gli abitanti del territorio hanno dato agli spazi da loro vissuti, piccoli (come le fontane, i singoli appezzamenti prativi, le rocce) o grandi (come le borgate, i torrenti, le montagne, i boschi), tramandati oralmente di generazione in generazione, quasi totalmente in lingua occitana. Si capirà bene che, visto l'andamento demografico del Comune, questa trasmissione intergenerazionale è seriamente in pericolo. I profondi cambiamenti socio-economici che la montagna non solo piemontese ha affrontato nell’ultimo mezzo secolo, primo fra tutti lo spopolamento, e che in parte sta vivendo tuttora si riflettono anche sulle competenze toponimiche. Viene meno la pratica quotidiana dello spazio montano e, con essa, la necessità di nominarlo".

Ogni ricerca, per sua definizione intrinseca, non è mai conclusa. Ma il materiale oggi raccolto presso la comunità di Castelmagno, digitalizzato e inserito nella banca dati online dell’Atpm, è salvo per sempre. Ogni toponimo inserito nel progetto è un pezzo del grande puzzle rappresentante il patrimonio culturale di una comunità che non andrà perduto. "Senza la collaborazione della gente di Castelmagno, non avrei potuto scrivere nulla. A loro vanno i miei più sentiti ringraziamenti", conclude Alessia, che dedica il suo successo ai nonni: "Tutti e quattro. Due mi guardano dall’alto, due ho ancora la fortuna di averli con me. Da loro ho imparato il valore della terra, l’attaccamento alle origini, l’importanza della famiglia".

 

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