CUNEO
Riceviamo e pubblichiamo da Marzia Verona, autrice del libro Storie di pascolo vagante: "In merito al vostro articolo sull'abbandono di 800 pecore in provincia di Cuneo, vorrei segnalarvi che tale gregge (come centinaia di altri nel solo Nord Italia, per non parlare di quelli presenti in tutta Europa) è semplicemente condotto con modalità di "pascolo vagante".
Tale definizione non è una mia invenzione, ma viene stabilito dal DPR 320/54 e successivi aggiornamenti. Gli animali non hanno una sede fissa, ma si spostano continuamente sul territorio. Trattandosi di pecore, animali provvisti di lana, sono perfettamente in grado di vivere all'aperto, anche alle basse temperature, senza andare incontro a nessun tipo di problema.
La loro gestione, anche sanitaria, è molto più adeguata alla vita all'aria aperta che non alla stalla, specialmente trattandosi di pecore di razza biellese/bergamasca, adatte al clima della provincia di Cuneo e di tutto il Nord italia!
L'allevamento in questione, come tutti quelli presenti sul territorio cuneese e piemontese, è seguito dal Servizio sanitario nazionale con controlli annuali. Chi pratica pascolo vagante è ancora più controllato degli allevamenti stanziali.
Per anni ho praticato il pascolo vagante in prima persona, oltre a curare il blog http://pascolovagante.wordpress.com. Ho pubblicato diversi libri sull'argomento, occupandomi di allevamento, pastorizia sia dal punto di vista tecnico (sono laureata in Scienze forestali ed ambientali), sia antropologico.
Mi auguro che vogliate dare spazio, per correttezza nei confronti delle centinaia di famiglie di allevatori e pastori, ad una versione dei fatti più obiettiva e corretta".
(Foto tratta dal primo articolo pubblicato in merito alla questione)