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Se nei bar di Cuneo come in Italia si chiacchiera dei mini-bot da usare in un nuovo Paese dei balocchi

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Avevo deciso, dopo una lunga camminata cittadina, di concedermi una spremuta di pompelmo senza ghiaccio e zucchero. Nella quieta penombra del salone attendevo il cameriere, come sempre non troppo sollecito ed osservavo i frequentatori; alcuni abituali, altri occasionali. Ad una distanza di un paio di tavolini, un terzetto stava discutendo in modo cordiale, senza toni di voce elevati. Non avendo compagnia, seguii, come uditore involontario, l'argomento. Gustandomi a piccoli sorsi la spremuta, venni a conoscenza del contenuto dei discorsi.

Si parlava dei minibot, l'invenzione risalente - per fortuna non attuata - al ministro Corrado Passera del governo Monti, ora ripresa dal commercialista leghista, onorevole Claudio Borghi. Pare che piacciano molto al "Capitano" ed anche alla sua ombra, Giorgetti. Dal momento che il topolino Di Maio, dopo il disastro elettorale, è incapace di opporsi a qualunque iniziativa leghista, può darsi - ma è difficile - che diventino realtà.

Gli americani nel '45 stamparono le Am-lire a tonnellate. Le producevano anche sulla carta da formaggio, man mano che avanzavano verso nord. Per un certo periodo, prima dell'assestamento della burocrazia statale, servirono per gli acquisti di prima necessità. Nessuno le portò in banca. Infatti, l'istituto di credito non avrebbe avuto lire da consegnare in cambio. Man mano che erano stampate, si svalutavano. Per fare la spesa occorreva qualche milione. Nessuno rimborsò i prenditori, se non con le donazioni, che il popolo americano fece a quello italiano: i sacchi di farina, zucchero, latte in polvere e tanti altri beni di consumo e di conforto come sigarette e gomma da masticare, per tutta la durata del piano Marshall.

Grazie agli americani, pur se interessati a non farli precipitare con "baffone, abbiamo evitato la fame, che toccò ai perdenti": Germania e Giappone. Noi avevamo, come di consueto, cambiato alleanze in corso d'opera, grazie al re Travicello ed al Duce. Ci perseguitò per decenni la disistima universale per l'inaffidabilità e la disinvoltura. Per noi, pizza, mandolino e...mafia. Sono stati inventati da qualche decennio i buoni pasto, dimostratisi ottima speculazione per i promotori, ma decurtazioni obbligate di spettanze per i commercianti, che li accettano. Malvolentieri, per non perdere i clienti, con rimborsi a distanza di mesi. In qualche caso mai, per cattive gestioni da parte dei soliti furbetti, che poco rischiavano e nulla restituivano.

Se l'invenzione - o meglio, il recupero dell'idea di Passera - da parte di Borghi troverà accoglienza ed approvazione in Parlamento, assisteremo ad un brutto spettacolo di economia male applicata. In contrasto con gli impegni assunti con i trattati europei, con le decise affermazioni di Draghi e nella nostra situazione di prossimi destinatari di procedure europee di infrazione, abbiamo un bel fegato a provarci. Dai miei vicini di tavolino ho sentito affermazioni per le quali ho faticato a trattenere qualche sorriso. Ho immaginato Salvini e Borghi, con valigie piene di minibot da 100 euro - 49 milioni - salire le scale del tribunale genovese e piazzarle sulla scrivania del procuratore della Repubblica. Ho visto pagati così i parlamentari, i consiglieri regionali, i sindaci, gli impiegati pubblici, gli insegnanti, i creditori dello Stato. Utilizzati per pagare le tasse, le multe stradali, gli acquisti nei negozi, benzinai, ristoranti e bar.

Ce ne fregheremo dell'euro e dell'Europa, ed avremo di nuovo una moneta da poter stampare a nostra discrezione. In sostanza, vivremo una specie di paese dei balocchi, come quello evocato dalla canzone di Dalla "Caro amico ti scrivo". L'indimenticabile Lucio afferma che "...sarà tre volte Natale e festa tutto l'anno". Riecco il partito della bistecca, con il diritto di ogni cittadino a 400 grammi di carne al giorno, come punto clou del programma. Gli italiani, pur apprezzando l'iniziativa sotto il profilo gastronomico, non lo votarono.

Il "Capitano" ha raggiunto, secondo gli ultimi sondaggi, il 36 per cento degli elettori votanti, che sono circa il 50 per cento dei cittadini. In sostanza il 18 per cento voterebbe Salvini, conteggiando l'intero corpo elettorale. Il "Capitano" dichiara che "il popolo italiano" lo ha votato. Non è vero. Come non sono attuabili tante sue promesse elettorali. Dovrebbe andare al Viminale ogni giorno e restarci; essere presente in Europa a discutere, con i suoi omologhi, i rimpatri ed i provvedimenti opportuni, anzichè fare il piazzista per la Lega.

Piercarlo Barale

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