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Sanità piemontese: solo risposte parziali alle crescenti criticità della salute mentale

CUNEO

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GUIDO CHIESA - Nel 2020, il numero di persone che convivono con disturbi d’ansia e depressivi è aumentato in modo significativo a causa della pandemia di COVID-19. Le prime stime mostrano un aumento, in un anno, rispettivamente del 26% per l'ansia e del 28% per i disturbi depressivi maggiori.

Tra i giovani la situazione è ancor più preoccupante: 6 ragazzi su 10 affermano di sentirsi angosciati o con altri sentimenti negativi. L’Istituto Gaslini di Genova, uno dei più grandi e importanti ospedali pediatrici in Italia e in Europa, ha registrato un aumento esponenziale dei ricoveri per disturbi psichiatrici negli adolescenti, passati dai 72 del 2019 ai 270 del 2022, con un incremento dei pazienti di sesso femminile, passati dal 46% al 73%. In Piemonte l’incremento delle diagnosi di autismo nei minori tra il 2016 e il 2022 è stato del 97%: praticamente raddoppiato!

L’Italia si colloca fra gli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale (dati Ocse), ben lontana da altri Paesi ad alto reddito (es. UK, Germania, Norvegia e Francia), destinandovi circa il 3,4%, quando le raccomandazioni della Lancet Commission sulla Salute Mentale Globale e lo Sviluppo Sostenibile indicano invece una soglia minima del 10%.

Sebbene la situazione sia critica a livello nazionale, il Piemonte presenta alcune specificità che la rendono ancor più critica: il personale per Dipartimento di Salute Mentale che in Italia è di 59,7 operatori ogni 100.000 abitanti, in Piemonte è di 38,7 a fronte di un maggior numero di accessi in pronto soccorso ogni 1.000 abitanti, che risultano essere 14,5 in Piemonte contro i 9,6 in Italia.

Una seria programmazione sanitaria regionale richiederebbe un’analisi accurata dei bisogni di salute, che prenda in considerazione innanzitutto le criticità del sistema relative ai tempi e alle modalità di risposta da parte dei Servizi, con particolare riferimento alla cronicità e alle tematiche emergenti amplificate dall’emergenza covid-19.

La precedente Amministrazione Regionale a guida Chiamparino aveva affrontato il problema con la Delibera del 22 gennaio 2019 con la quale aveva approvato il “Piano d’azione per la Salute Mentale in Piemonte”. La Giunta Cirio si è limitata ad affrontare il tema delle strutture residenziali per i pazienti psichiatrici e ha di fatto ignorato le 20 azioni che erano state previste nel Piano d’azione del 2019. Nessuna azione specifica è stata rivolta all’assistenza territoriale, se non quelle relative agli stanziamenti di risorse temporanee alle Aziende Sanitarie, in massima parte legate a fondi nazionali, tra cui quelli stanziati per l’emergenza Covid-19. Risorse temporanee che non hanno dato la RISPOSTA DI SISTEMA ai bisogni di salute mentale dei cittadini di cui i cittadini avrebbero avuto un estremo bisogno.

Guido Chiesa

 

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