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Rendere più internazionale il proprio business? Possono farlo anche le piccole realtà

CUNEO

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Si può dare un respiro più internazionale anche a un piccolo business, a conduzione familiare o con un forte legame con il territorio? La risposta è in breve: sì ed è, anzi, ormai una scelta quasi obbligata se si ha a cuore la competitività della propria azienda. Come riuscire a farlo è questione più complessa e che richiede di studiare delle strategie ad hoc e che tengano conto della storia, della missione, del posizionamento del singolo business e come questi si intrecciano con quelli dei competitor. Ci sono piccoli passi, piuttosto concreti, da cui si può iniziare il lungo cammino dell’internazionalizzazione, però, e quello che faremo di seguito è provare a scoprirli insieme. 

Come un eCommerce, un sito tradotto, un team multiculturale aiutano all’internazionalizzazione

Vendere anche all’estero è, può sembrare persino superfluo sottolinearlo, il primo ed essenziale modo per rendere più internazionale il proprio business: non si può pensare, infatti, di far conoscere anche all’estero il proprio brand e creare una customer base internazionale se è difficile o impossibile trovare al di fuori dall’Italia i propri prodotti. Certo non tutte le aziende possono permettersi una distribuzione anche estera, soprattutto nelle fasi iniziali della propria vita, e non in tutti i settori affidarsi a un agente di commercio specializzato nei mercati stranieri è una soluzione davvero efficace. Una buona via per cominciare a vendere all’estero è, così, sfruttare l’eCommerce: sempre più persone comprano online e letteralmente ogni tipo di prodotto e servizio, spesso affidandosi a merchant esteri soprattutto se ciò permette loro di risparmiare o di procurarsi prodotti unici e altrimenti introvabili. Sfruttare marketplace come Amazon o eBay è una buona soluzione in questo senso, ma un approccio più di lungo termine alle vendite online all’estero richiede di sviluppare un proprio negozio virtuale. 

Certo, anche l’e-shop più performante rischia di non vendere se l’azienda non ha pensato ad aspetti come tradurre tutte comandi e informazioni al suo interno (pulsanti per il checkout, schede prodotto, eccetera) in diverse lingue o quantomeno in inglese. La scelta di un’agenzia di traduzione a cui affidare i propri testi aziendali è, insomma, un altro dei primissimi passi da muovere se l’intento è rendere più internazionale il proprio business. Difficilmente i suoi esperti si occuperanno solo dell’e-commerce o di realizzare un sito aziendale multilingue, piuttosto avranno un atteggiamento proattivo nel proporre di puntare a monte su una strategia di comunicazione che tenga conto delle differenze culturali e non solo linguistiche che esistono tra i diversi paesi e che fanno sì che non tutto quello che funziona in Italia per creare brand awareness o per fidelizzare il consumatore funzioni anche altrove. 

Proprio perché vendere all’estero richiede di tenere in considerazione (non pochi) fattori culturali, se il budget a disposizione lo permette, uno dei modi migliori per dare un respiro internazionale alla propria azienda è puntare sulle risorse umane. Può bastare anche un solo membro del team che abbia lavorato fuori dall’Italia e conosca di prima mano come funzionano i mercati esteri, ma meglio sarebbe pensare di assumere dipendenti locali almeno dei mercati che si considerano più strategici: i programmi di placement delle università e gli scambi aziendali non la rendo più una missione impossibile o a portata di soli grandi gruppi internazionali. 

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