CUNEO
"No, non così. Centrosinistra per il No".
I firmatari di questo documento sono dirigenti e amministratori del Pd, militanti e simpatizzanti, che voteranno No al prossimo referendum costituzionale.
Siamo consapevoli che la nostra posizione è in dissenso da quella deliberata dal Pd, ma è dalla nostra il carattere liberale dello statuto del partito, il quale mette in conto che non si dia un vincolo disciplinare quando sono in gioco principi e impianto costituzionale.
Riteniamo la nostra posizione doppiamente utile, in primis per riportare il confronto sul merito della riforma, in secondo luogo per rappresentare i molti elettori e militanti democratici che coltivano una posizione diversa da quella ufficiale, ribadendo lo spirito originario del PD come grande partito plurale.
In sintesi le motivazioni del nostro No sono cosi elencabili:
la forma con cui si è proceduto alle pesanti modifiche, con un parlamento eletto grazie ad una legge elettorale, dichiarata incostituzionale dalla Consulta, a cui è ovviamente autorizzata l’operatività, ma a cui manca l’autorevolezza e un esplicito mandato elettorale.
Inoltre la riforma è varata da una stretta e eterogenea maggioranza di governo mentre, anche memori degli errori commessi nel passato e oggi reiterati, era opportuno cercare una maggioranza ampia quale si conviene quando è in gioco la riscrittura della Legge fondamentale della Repubblica, in cui tutti i cittadini sono chiamati a riconoscersi;
la sostanza o il merito. Più specificamente, essa disegna un bicameralismo confuso senza superare il cosi detto bicameralismo paritario, ove il nuovo Senato, privo per altro di adeguata autorevolezza e rappresentatività, rischia semmai di costituire un ulteriore ostacolo al processo decisionale, innescando un procedimento legislativo farraginoso e foriero di conflitti.
Un Senato la cui estrazione locale mal si concilia con le rilevanti competenze europee e internazionali affidategli; una esorbitante ricentralizzazione nel rapporto Stato –regioni che revoca il principio/valore delle autonomie art. 5 della Carta (paradossalmente ignorando l’esigenza di ripensare le regioni ad autonomia speciale); una complessiva alterazione degli equilibri, delle garanzie e dei bilanciamenti di cui si nutre il costituzionalismo, tutto a vantaggio del governo, un vantaggio ulteriormente avvalorato dall’Italicum; il conferimento ai futuri consiglieri regionali e sindaci senatori dell’istituto dell’immunità, sino a oggi riservato ai soli rappresentanti della nazione in senso proprio.
Il nostro è in sintesi un No di merito alla riforma rigorosamente distinto e distante dal No al Governo che caratterizza la campagna di altre forze politiche. Un No per modificare seriamente la legge elettorale e riconsegnare ai cittadini la sovranità di scelta dei loro parlamentari. Un No per riaprire un vero e condiviso processo costituente.
I primi firmatari:
Stefano Schwarz - Saluzzo
Massimo Scavino – Alba
Giovanni Battista Panero – Alba
Vittorio Boselli – Cuneo
Fabio Di Stefano – Cuneo
Mario Borgna – Cuneo
Lucetta Galfre' - Mondovì
Luigi Sandri – Alba
Armando Ferrero - Alba
Armando Stella – Alba
Monica Punzi - Cuneo
Maddalena Forneris - Borgo San Dalmazzo
Antonio Merlino - Cuneo
Pina Fimiani - Cuneo
Vera Anfossi - Cuneo
Giovanni Battista Botto - Cuneo
Marinella Candido - Cuneo
Stefano Giuggia - Verzuolo
Isabella Mennite - Cuneo
Rodica Atomoaie - Cuneo
Giancarlo Boselli - Cuneo
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