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REFERENDUM/ Lunedì ci sveglieremo con tutti i guai del Paese rimasti intatti

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BRUNO MURIALDO - Presto terminerà il circo referendario.

Un paese normale, con un numero incalcolabile di incertezze, avrebbe cercato di trasformarsi senza perdere tempo. Ma questo paese non è normale, assomiglia di più a un grande circo delle fiere che a un responsabile teatro della vita, più propensi alla "caciara" che al confronto.

Sono così tanti i nodi al pettine che bisognerebbe lavorare per anni per ricostruire un minimo di normalità. La campagna referendaria è iniziata poco dopo che il terremoto distruggesse una regione intera ed è lì che si doveva concentrare la nostra politica, senza perdite di tempo e di denaro.

Di questo passo i gruppi politici avranno la dura sorpresa, dopo il referendum, di trovare un paese a pezzi se non si decideranno a combattere la vera dittatura, quella burocratica, le incrostazioni ideologiche, i falsetti televisivi e la brutta convinzione che il paese sia poco intelligente.

Le scelte di parte, in questi anni, hanno frammentato il paese. Per questo motivo dovevamo evitare il referendum. Presto finirà tutto e non finirà niente, inizierà un nuovo confronto dove tutti avranno ragione e tutti torto.

Questo è il destino di un paese che finirà per essere se stesso solo quando non ci sarà più.

Bruno Murialdo

 

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