BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Ho rovistato nei cassetti di un mobile antico che proviene dalla casa della famiglia Avalle. Si trovava a Rosignano Monferrato, un grazioso paesino arroccato sulla collina verdeggiante. Tutto in salita, stradine strette, tortuose.
Era tanto tempo che non mettevo mani in quel groviglio di ricordi, tra cui lettere affettuose indirizzate a me, della mia cara zia Isa, sorella del papà di Marzio.
Era la regina di quella casa a Rosignano Monferrato, ereditata dai suoi genitori che abitavano a Genova. Ci venivano a trascorrere le vacanze, per cambiare aria. Trovo in una scatola di legno tante foto. Le passo ad una ad una. Foto vecchie in bianco e nero di zia Isa da ragazza, e poi tante altre di lei quando soggiornava da noi a Bra. Erano gli anni settanta. Quando zia Isa arrivava si spargeva la voce.
Era un personaggio. Era una sensitiva. E non solo: parapsicologa e psicometra.
Già, parolone grosse. Certo adesso, in tempo di fattucchieri, pseudo sensitivi, o pseudo maghi, insomma di molti imbroglioni, è un po' difficile credere all'autenticità di queste facoltà. Però, il fatto che lei non accettasse denaro in cambio delle sue consulenze, era la conferma della sua correttezza.
Lei ripeteva sempre le parole del suo maestro: Chi prende denaro perde le facoltà. E' un dono e va regalato a chi ne ha bisogno.
Cosi, a poco a poco, i braidesi, increduli, scettici, ma curiosi, la avvicinarono. Passavano in negozio da me, e con fare indifferente, cominciavano a parlare con lei. Si accomodavano nel retro, un caffè, due chiacchiere, finchè, superata la giusta diffidenza, le chiedevano pareri sul lavoro, sulla salute, ma, sopratutto sull'amore. Mai come in quegli anni '70, compresi quanto l'essere umano abbia bisogno di conforto, di certezze, e perfino di sapere il proprio futuro.
Zia Isa, era una signora sulla sessantina, piuttosto robusta, un volto rassicurante, due occhi verdi magnetici. Non era bella, ma molto, molto affascinante.
Attirava a sé come una calamita, sopratutto chi ignorava le sue facoltà. Vestiva in modo elegante e indossava fantastiche collane in pietre dure semi preziose, bracciali e anelli vistosi. Mani affusolate, curate, e unghie laccate di rosso. L'aspetto della tipica cartomante, sensitiva, che si vede in televisione. Ma lei, era diversa. Autentica. Modesta e generosa di sé. Molto disponibile con chi avesse bisogno di essere incoraggiato, rassicurato, o consolato.
Sulle sue facoltà, ci sarebbe da scrivere un libro.
Anzi, è stata citata in molti volumi che parlano di persone speciali. Scritti con la collaborazione di esperti di parapsicologia e medicina. Tra questi Universo proibito di Leo Talamonti, un viaggio alle frontiere della mente, edito nel 1966 da Sugar Editore Lei stessa con il marito Ray Godicini e altri scienziati, era stata fondatrice dell'Istituto di Parapsicologia di Bologna, tra i quali figurava anche il dottor Inardi, famoso per avere partecipato al Rischiatutto di Mike Bongiorno.
Insomma, in borsa, lei aveva sempre i tarocchi, il libro delle mutazioni Yi King, oroscopo molto popolare in Cina; e il pendolino.
Bè, non era poco. Dimenticavo, faceva anche gli oroscopi, con le posizioni di tutti i pianeti riportati su una ruota, un calcolo matematico complicato che richiedeva molto tempo. Elencare e spiegare i suoi studi è un po' complicato. Lei, studiava, studiava sempre. Libri, libri, e ancora libri, a me incomprensibili. Li ho ereditati tutti. Alcuni sono così vecchi che le pagine sono ingiallite e un po' consumate.
Zia Isa non aveva potuto avere figli, e mi amava così tanto. Come se io fossi sua figlia.
La prima volta che la incontrai fu quando, ancora fidanzati, Marzio ed io andammo a trovarla nella casa di Rosignano Monferrato. L'accoglienza che mi fece fu gioiosa. Mi mostrò subito il suo affetto. Smisurato, gridato ai quattro venti, tanto da mettermi persino in imbarazzo. Non capivo cosa ci trovasse di così interessante in me. Ragazza diciassettenne, ancora bambina, ma così innamorata di suo nipote Marzio.
Mi diceva che ero chiara e limpida come la fonte di una sorgente. Ero molto stupita, ma anche molto lusingata.
Si muoveva, in quella casa, ricca di ricordi, di oggetti orientali, leggiadra come su una nuvola. Tutto era fantastico, nuovo per me. Sorrideva e mi accarezzava con lo sguardo. Mi aveva già adottata. Giravo per la casa estasiata, un mondo a sé, ricco di sfumature, e molto, molto misterioso. C'era odore di serenità, di pace e di tanto benessere. Ci preparò un pranzo delizioso: antipasto di salame cotto specialità del paese, arrosto rosolato, dorato, con contorno di peperoni. E come dessert tanti dolci: torta, pasticcini, cioccolatini e marron glassè.
Nel pomeriggio seduti a un tavolo rotondo della sala, dove filtrava una luce tenue, silenziosa, zia Isa prese una bella scatola di legno, che conservo come un bene prezioso, da cui sfilò i famosi tarocchi. Scelsi tre carte dal mazzo e cominciò il racconto della mia vita passata e futura.
Le sue mani esperte, sistemavano con cura le carte sulla tovaglia di seta pesante, e con espressione assorta, puntava il dito ognuna. E parlava, e svelava un mio mondo intimo, a me fino allora sconosciuto, misterioso. Verso sera ci avviammo verso casa. Rammento il suo viso sorridente mentre ci salutava sulla porta di ingresso, con tre gradini in pietra, consumati, testimoni di un tempo lontano.
Ancora adesso ripenso a lei in quell'atteggiamento affettuoso, ma con rammarico, dispiacere nel separarsi da noi. I suoi nipoti tanto amati.
Mi manca, mi manca tanto. Ogni giorno.
Fiorella Avalle Nemolis