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Quei segnavia luminosi che portano al rifugio Dahu in Valle Stura dove si dorme nelle botti

MONTAGNA

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ANTONELLA GONELLA - Se Pinocchio è di casa a Vernante, Pollicino sembra essersi stabilito in Valle Stura, grazie ai segnavia luminosi che, lungo i pendii e attraverso i boschi innevati, conducono in frazione San Bernolfo di Vinadio. E’ sufficiente seguirli, come nella celebre favola, per raggiungere in notturna il rifugio Dahu de Sabarnui: la camminata illuminata è l’ultimo progetto portato a termine dai gestori, complice anche la nevicata dei giorni scorsi. Una ciaspolata che può contare su 48 segnavia luminosi, uno ogni 100 metri a partire da Bagni di Vinadio, ad indicare la strada da percorrere, agevolando la risalita anche per i visitatori meno temerari.

“Nelle notti di luna – spiegano i titolari, Beppe e Giorgia - si sale tranquillamente e la visibilità è ottima. Ma abbiamo pensato di fare un investimento per le serate con il cielo coperto: i pali dei segnavia sono resistenti alle basse temperature e dotati di un sistema di carica a luce solare che garantisce l’illuminazione per le prime sei ore di buio”. In questo modo l’impatto ambientale è nullo e il rispetto per la montagna, che qui resta prioritario, è garantito. I segnavia si accendono automaticamente al tramonto, aggiungendo un che di fatato al paesaggio invernale.

Ad attendere i visitatori all’arrivo c’è il calore del Dahu che è fatto di ospitalità e cucina casalinga non stop dalle 12 alle 22. In inverno il rifugio è sempre aperto dal venerdì alla domenica, nei giorni feriali l’apertura può variare, perciò è meglio telefonare (per informazioni: 01711836457). Per la settimana appena iniziata il Dahu sarà in piena attività con possibilità di pernottare e, tanto per restare nell’ambito delle favole, dormire in una botte di vino. Qui, infatti, l’idea che sta prendendo piede sul territorio è arrivata con un certo anticipo.

Beppe e Giorgia hanno allestito camere interamente a tema, curate in ogni dettaglio. Quella intitolata Vinum, oltre alla botte in rovere che ospita il letto, contiene una parete fatta di tappi di sughero, una lampada-damigiana e scatole di vino appese al posto dei quadri. E non è la sola. C’è la camera che riproduce una casa sull’albero, quella che ricorda una legnaia e la montagnard, per aggiungere un pizzico di avventura alla bellezza del luogo.

L’idea è semplice: creare un ambiente unico e sostenibile come i materiali utilizzati nel pieno rispetto della montagna. Poi naturalmente sono disponibili le camerate con i letti a castello e il centro benessere in stile finlandese. Tutto normale, se non fosse che ci troviamo a 1700 metri di quota in Valle Stura. Un luogo da favola, davvero.

Antonella Gonella 

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