Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Provincia di Cuneo: e se ripartissimo dalla difesa del Paesaggio?

CUNEO

Foto
Condividi FB

GUIDO CHIESA - Sprechi, errori e manchevolezze di Sanità, Infrastrutture, Trasporto Pubblico Locale, Sistema Idrico Integrato e Rifiuti nell’area vasta di Cuneo sono stati denunciati in un precedente articolo (http://www.cuneocronaca.it/notizia.php?nID=9890). Ora parleremo di uno degli aspetti meno considerati nel nostro territorio, ma che è ben più importante dal punto di vista delle prospettive di sviluppo: il Paesaggio.

La provincia di Cuneo è un grande anfiteatro circondato da montagne di bellezza non paragonabile a quella delle Dolomiti, ma sicuramente di sicuro interesse turistico. Possiede un sistema collinare solcato da innumerevoli torrenti e rii, le Langhe, che grazie alla viticoltura e alla presenza di caratteristici borghi sulle sue sommità, ha meritato la designazione da parte dell’Unesco di “patrimonio dell’umanità”.

Questa terra, pur con le sue asprezze, è baciata dalla fortuna. Meriterebbe quindi da parte di chi la abita una attenzione e una cura degne della sua bellezza e della sua prodigalità. Invece è stata sfruttata e maltrattata, in nome di una modernità e di un modello di sviluppo i cui limiti stanno emergendo con tutta la loro prepotenza in questi ultimi anni.

Sono stati costruiti in ogni dove decine e decine di capannoni nelle zone industriali di cui ogni piccolo paese si è dotato (grazie ad una politica urbanistica dissennata) e che ora giacciono vuoti, cadenti, circondati da sterpaglie.

Un censimento svolto dall’associazione “Salviamo il paesaggio” ha dimostrato che ogni cittadina di medie dimensioni ha centinaia di alloggi vuoti. I Piani Urbanistici - anche quelli più recenti - prevedono per gli anni a venire incrementi di popolazione al di fuori di ogni ragionevole ipotesi e contemplano quindi la possibilità di continuare a costruire centinaia di alloggi e capannoni destinati a non si sa chi..

Nelle nostre stazioni sciistiche sono stati costruite decine di palazzi  di  seconde case, vuote per mesi e mesi, con costi di gestione altissimi,  che nessuno vuole più acquistare. Molti di questi palazzi non sono mai stati completati a causa la crisi economica e ora giacciono in rovina, deturpando il paesaggio alpino che li circonda, senza che nessuno sappia cosa farne.

Non c’è più alcun dubbio: è venuto il momento di voltare pagina. E’ venuto il momento di smettere di credere in una ripresa basata su rilancio dell’edilizia che non verrà. E’ venuto il momento di “investire sulla nostra grande bellezza” del nostro paese tutto, ma anche, proprio, della provincia di Cuneo.

La legge in discussione in Parlamento sul contenimento del consumo del suolo - naturalmente osteggiata da tutte le categorie interessate - è soltanto un primo, timido tentativo di arginare lo spreco di territorio che si è consumato in Italia dal primo dopoguerra ad oggi, ma è del tutto inutile per l’obiettivo di ridonare alle nostre terre la loro originaria bellezza.

Ai tempi delle Signorie il principe locale utilizzava il denaro raccolto con le tasse per la costruzione delle grandi opere che hanno fatto del nostro Paese il depositario del 60% delle opere artistiche di tutto il pianeta. Così facendo, hanno consentito a Firenze, Venezia, Ferrara, Roma di diventare quello che milioni di persone di tutto il mondo oggi ammirano. Se vogliamo tornare ad essere “il più bel paese al mondo” - che oggi non è più - il moderno Principe, ossia lo Stato, deve destinare quote importanti delle sue entrate per ricostruire il Paesaggio. Deve intervenire e finanziare la riqualificazione di aree di particolare pregio che possono diventare le nuove mete di un turismo tale da ripagare, con gli interessi, le cifre investite. Deve spendere per abbattere le costruzioni che maggiormente deturpano il paesaggio senza necessariamente sostituirle con altre costruzioni al solo scopo di finanziare l’intera operazione.

Di aree di particolare pregio, ma anche di discutibili realizzazioni, la provincia di Cuneo ne possiede  un numero non indifferente. Uno però li sovrasta tutti: il complesso residenziale iniziato più di 30 anni fa a fianco dello skilift di Argentera, mai terminato (nelle foto). Costituisce la prima costruzione “moderna” incontrata dai turisti che scendono dal Colle della Maddalena: una sorta di biglietto da visita della provincia di Cuneo. Come non bastasse, è stato eretta ai piedi di un conoide di deiezione, ossia dove vanno a scaricarsi i detriti trasportati a valle dall’acqua che scende dalla montagna. Una localizzazione che ha costretto a realizzare a tergo delle costruzioni un argine in terra a protezione delle stesse. Anche un assurdo dal punto di vista idrogeologico.

Per far seguire alle parole i fatti, sarebbe chiedere troppo alle autorità provinciali di attivarsi per avviare la pratica di esproprio forzoso dell’intero complesso e per reperire i fondi necessari per il suo abbattimento, primo esempio di una diversa sensibilità verso il tema del paesaggio?

Sarebbe chiedere troppo che qualcuno (forse i progettisti, forse gli amministratori locali?) fosse chiamato a contribuire finanziariamente alla loro demolizione?

Sarebbe infine chiedere troppo che le forze progressiste di questa provincia facciano della riqualificazione del territorio e degli investimenti sulla nostra grande bellezza punti qualificanti dei loro programmi elettorali?

Guido Chiesa

                                                                           

VIDEO