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Progetto “Coconaje": quelle gustose arachidi coltivate in località Meròla a Caraglio

CUNEO

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LUCIO ALCIATI - Prende forma il progetto “Coconaje”: le arachidi di Caraglio.

Avevo seminato le arachidi a fine maggio ed ora è terminata la raccolta nel piccolo appezzamento dedicato, sito in località Meròla di Caraglio.

Ed ecco il risultato dopo il terzo anno di prova.

Nel primo anno si era testata la fattibilità ambientale di questa coltivazione , il secondo anno si era provata la messa a dimora  di seme autoriprodotto e quest’anno si è sviluppato un prototipo di coltivazione a fini produttivi.

La coltivazione condotta seguendo il metodo biologico è iniziata con la semina in solco (effettuata con tre metodologie diverse: a seme nudo, con baccello spezzato e con baccello intero) in file distanti 80 cm tra loro per permettere le operazioni di pulizia meccanica dalle malerbe.

Le tre metodologie di semina predette nascono dalle difficoltà riscontrate nello sguscio delle noccioline, che devono mantenere, per la germinazione, integra la pellicina che le avvolge, ma anche del tempo impiegato per questa operazione.

L’impiego diretto del baccello integro o spezzato riduce i tempi e l’eventuale danno al seme.

Non si è notata gran differenza nella germinazione, se non una ritardata emergenza delle piante nei riguardi dei baccelli interi e spezzati.

Il seme impiegato, un poco riprodotto e il resto acquistato da una ditta autorizzata, era di origine italiana.

All’atto dell’impianto, per contrastare l’attacco di roditori, i baccelli e i semi sono stati conciati con polvere di peperoncino così da provocare effetto irritante.

Si è poi preceduto alla costante eliminazione delle malerbe tramite sarchiature, fresature.

All’atto della fioritura si è proceduto ad una rincalzata delle piante per permettere la formazione sotterranea dei nuovi baccelli.

Problematiche emerse: essendo una semina tardo primaverile il controllo delle malerbe, adottando il metodo biologico,è risultato alquanto impegnativo; alcuni baccelli hanno subito lievi attacchi di elateridi (ferretti), qualche attacco dei roditori su prodotto finito.

Vantaggi: nonostante un inizio d’autunno con temperature inferiori alla norma si è ottenuto un buon raccolto, di qualità. Oltretutto valorizzato dal territorio e dalla tracciabilità diretta. L’arachide è un prodotto di tendenza perché parte della benefica, ammaliante e ricercata frutta secca.

Oltre alle deliziose noccioline, essiccate o trasformate in suadenti creme di cioccolato, burro e pasta, le profumate radici possono essere impiegate come valida alternativa alla liquirizia.

A tal merito è in fase di studio un’interessante ricerca  da parte della Fondazione ITS Agroalimentare Piemonte di Cuneo.

Essendo una leguminosa fertilizza il terreno arricchendolo di azoto.

Anche la parte aerea può essere utilmente impiegata com foraggera per il bestiame.

La coltivazione con metodo biologico valorizza sicuramente il prodotto finito ed ha un positivo impatto sull’ambiente. Tuttavia, come già accennato, impone una marcata mole di lavoro nel contenimento delle infestanti.

Per tale motivo, questo tipo di coltivazione, per come la penso io , dovrebbe essere indirizzata ad una gestibile  coltivazione di media e piccola estensione per una produzione ricercata, di nicchia e di valida integrazione del reddito aziendale. Una prospettiva economica molto interessante.

Coltivazioni estensive devono, giocoforza, adottare tecniche convenzionali o integrate con uso di diserbo selettivo autorizzato, dotarsi di trebbiatrice idonea e di impianto di essiccazione adeguato oppure rivolgersi ai normali essiccatoi per cereali e leguminose.

Lucio Alciati

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