BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Una piacevole sorpresa di una domenica mattina sull'Ala della Rocca di Bra, in provincia di Cuneo.
Il sole caldo di giugno illumina l'Ala della Rocca che si affaccia su corso Garibaldi. Indubbio che sia tra gli angoli più belli di Bra, nel cuore del centro storico.
Le porte della chiesa della Santissima Trinità, conosciuta come i Battuti Bianchi, sono aperte. Come non entrare in questo scrigno di tanta artistica bellezza?
In veste di sentinelle di tanta preziosità, alcuni confratelli si prestano ad accogliere i turisti. E dedicano il proprio tempo per conservare e divulgare un patrimonio artistico così importante.
Non è la prima volta che visito la chiesa. Non mi stancherò mai, con il naso in su, a osservare l'eleganza degli stucchi: preziosi merletti di gesso, che adornano la volta e le pareti. Un capolavoro. Unico nel suo genere.
E non solo, dietro l'altare, il grande crocifisso ligneo che raffigura il Cristo agonizzante in croce e i quattro affreschi laterali: la trasfigurazione, la predicazione di Gesù, la predicazione di Pietro con una guarigione e la predicazione dell'apostolo Paolo.
Ma una novità mi sorprende: nel lato sinistro sono esposti tre grandi gruppi statuari lignei, di rara bellezza. Sono quelli che i confratelli portano in processione il pomeriggio di Pasqua, e che quest'anno hanno deciso di lasciare esposti fuori dalla nicchia in cui erano conservati. Una scelta molto apprezzata e premiata dalla maggiore affluenza di pubblico.
Grazie alla bellezza di queste statue raffiguranti la Resurrezione di Cristo; la Beata Vergine Maria; la vittoria della Croce di Cristo Gesù e della fede su tutte le forze della natura. Le opere sono state realizzate dallo scultore Stefano Maria Clemente nel 1758, su disegno di Claudio Francesco Beaumont.
Impossibile descriverle. Stupore ed emozione nell'ammirarle, mi portano indietro nel tempo, provo a immaginare l'artista all'opera. Mi suggestiona il pensiero di sorprenderlo attorniato da allievi di bottega, tra arnesi e trucioli di legno. Mi sembra di sentire l'odore di antico, l'odore d'arte di tanto tempo fa.
Ma il rumore sgradevole e fuorviante di un motorino mi riporta al nostro tempo, alla modernità nella quale viviamo. Senza una visione chiara del nostro futuro: troppa vulnerabilità e tendenza a cambiare continuamente. Chissà a cosa ci condurrà tutto ciò.
Mi rassereno con una carezzevole visione sulla bellezza e l'arte che il mondo antico ci ha lasciato. Esco e affronto la luce accecante... della modernità.
Fiorella Avalle Nemolis