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PIETRAPORZIO/ In Valle Stura alla scoperta dell’Ecomuseo della pastorizia a Pontebernardo

MONTAGNA

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Ieri i soci e gli ospiti d’onore del Lions Club Borgo San Dalmazzo e Besimauda hanno visitato l’Ecomuseo della pastorizia a Pontebernardo. Nonostante la leggera pioggerellina, il fantastico paesaggio della Valle Stura ha “emozionato” tutti i visitatori. Le suggestioni e le positive sorprese si sono susseguite per l’intera mattinata. 

La frazione abbarbicata sul poggio sovrapposto da ripide pareti montane ha impegnato i muscoli di tutti i visitatori che subito dopo hanno trovato il giusto ristoro nella curata struttura dell’Ecomuseo.

Il gruppo è stato accolto dall’attento e competente dott. Stefano Martini che, con dovizia di particolari, ha raccontato la storia del “gioiellino” montano che nasce con l’obiettivo finalizzato  a salvare una razza ovina in via di estinzione, cioè la pecora sambucana. Di fatto una operazione di salvataggio di una specificità ovina del territorio e nello stesso tempo un rilancio dell’ attività pastorizia in Valle Stura.

Quindi in sostanza un recupero dell’arte della pastorizia in un territorio di confine storicamente caratterizzato da questa attività che però con lo spopolamento montano si era alquanto affievolita. L’idea nata verso la fine del secolo scorso si è dimostrata vincente e oggi grazie a questa iniziativa che si è via via consolidata, beneficiando anche di finanziamenti europei, si può positivamente affermare che non solo si è recuperata una razza in via di estinzione, ma si sono rigenerate tutta una serie di attività e quindi di lavori direttamente collegati all’allevamento della pecora sambucana.

Si va quindi dalle attività di allevamento e cura degli animali, alla produzione di carne, formaggi, sino alla lavorazione della pregiata lana.  L’Ecomuseo rende vive e rappresenta bene le storie di vita di uomini e animali. Storie segnate dalla fatica e dai tanti cammini  negli ampi territori occitani.

Vicende umane segnate dalla fratellanza e dal rispetto tra gente di montagna che, nonostante il confine segnato sulla carta, usavano ed ancor oggi usano lo stesso linguaggio e amavano e continuano ad amare allo stesso modo e con la stessa passione la natura e la libertà. La mattinata si è poi conclusa nell’accogliente punto di ristoro denominato “la Pecora Nera”. 

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