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Poche certezze e quasi nessun aiuto: anche il mondo delle cerimonie chiede di lavorare

CUNEO

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CUNEO CRONACA - Poche certezze e mancanza di protocolli che possano far ripartire il mondo delle cerimonie in sicurezza. Ecco il motivo della protesta dei lavoratori del settore del wedding, che sono scesi in piazza, a Cuneo, al grido di "Siamo stati dimenticati".

La preparazione di un matrimonio di solito inizia un anno prima: si cercano le location, gli abiti, si contattano i fotografi, i videomaker. Poi c'è il comparto della ristorazione, ulteriormente messo in ginocchio da questo stallo. "Siamo all'80% in meno di fatturato senza aver ricevuto nessun aiuto", ha detto il titolare di un ristorante per feste e banchetti nuziali.

Il 2021 ci mostra la stessa situazione del 2020, ulteriormente aggravata. Il presidente di Confcommercio Imprese per l'Italia di Cuneo, Luca Chiapella, ha sottolineato che "ci sono 32 miliardi che il governo Conte aveva messo sul piatto. Ci auguriamo che arrivino presto alle imprese. Non vorremo trovarci a fine anno con una moria di aziende che non riusciranno più a riaprire".

"Insieme per il wedding" nasce in Friuli da due imprenditrici e arriva in tutta italia. "Vogliamo solo che ci facciano lavorare.  Abbiamo i magazzini imballati di abiti da sposa. Alcune coppie sono al punto di rimandare il matrimonio per la quarta volta. Se non ci fanno sapere come andare avanti, il 26 marzo torneremo in piazza", ha fatto sapere la titolare di Alca Spose.

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