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Buttiamo giù qualche cifra sul "silos" in piazza Europa a Cuneo? A Carnevale ogni scherzo vale!

CUNEO

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ANGELO BODINO - Cari lettori ed elettori, che ne dite se riprendiamo a parlare del progetto del parcheggio interrato che l’Amministrazione Borgna-bis intende realizzare in piazza Europa a Cuneo con il finanziamento ottenuto con il Bando delle Periferie? Sicuramente ne vale la pena, anche perché prendere atto che piazza Europa sarebbe un’area urbana caratterizzata da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza dei servizi costituisce una vera sorpresa per chi come noi risiede e anche per chi non risiede a Cuneo.

Cari lettori, un attimo di attenzione in più e concediamoci questo paradosso: come non essere solidali con chi intende valorizzare vieppiù una tal zona periferica, degradata e sottosviluppata dal punto di vista economico, priva di attività terziarie, produttive, professionali, con palazzi fatiscenti destinati alla fascia popolare, con prezzi degli alloggi a 3mila euro/mq, con affitti degli alloggi a quote attorno a 700/1000 euro mensili e quelle dei pochi negozi che sono rimasti, con affitti di 2000/3000 euro mensili?

Concedetemelo, in tempo di Carnevale. E’ veramente desolante vedere il degrado di questa zona periferica priva dei servizi dei bus urbani, priva di adeguata stazione ferroviaria dislocata nelle immediate vicinanze, priva di struttura ospedaliera facilmente usufruibile, priva dei servizi postali, previdenziali e sanitari dislocate in altre zone centrali della città, priva di scuole primarie e secondarie facilmente accessibili. Insomma, per chi conosce bene la città di Cuneo come la conosciamo bene noi perché ci viviamo da svariati anni, come non essere d’accordo (si fa per dire) che piazza Europa è la vera, unica ed irripetibile periferia di Cuneo che con il finanziamento ottenuto potrà aspirare ad essere premiata come “Capitale delle periferie 2020”?

E quindi tutto bene, e niente da dire sulla volontà e determinazione della giunta Borgna-bis che intende realizzare un parcheggio sotterraneo con due piani interrati per un importo complessivo di 8.800.000 di euro, di cui 3.300.000 ottenuti con il finanziamento pubblico e la rimanenza di 5.500.000 attraverso finanziamento privato con procedura di “project financing”? Beh, qualcosa c’è da dire, e forse vale la pena fare una semplice analisi contabile per capire fin dove c’è interesse pubblico o interesse privato.

Se la realizzazione dell’intervento ha una spesa prevista complessiva di circa 8.800.000 euro, è presumibile che tale cifra possa essere suddivisa in 4.400.000 per ogni piano realizzato completo della urbanizzazione del sagrato. Considerato che il costo di costruzione di un box si aggira su circa 20/25.000 euro, ne deriva che il costo di costruzione dei circa 170 box previsti ammonta a circa 4.000.000 di euro, il che significa che il soggetto privato con il finanziamento pubblico di 3.300.000 ha la possibilità di coprire l’intera spesa con il valore aggiunto derivante dalla vendita degli stessi che dovrebbe essere di 30.000/35000 per box e conseguente valore complessivo di circa 5.500.000 euro?

Ciò considerato, nessuno ha ancora spiegato nel dettaglio come funzionerà la gestione del parcheggio a pagamento e per quanti anni sarà concesso, ma da voci che si disperdono qua e là è verosimile pensare che la durata della concessione sia per 30 anni e, se così fosse, i conti tornano perché, statisticamente, ogni stallo pubblico rende circa 5 euro al giorno, con realizzo di circa 1500 euro all’anno per stallo. Dal momento che si considerano 300 giorni produttivi depurati dalle domeniche e giorni festivi improduttive, non ci vuole molto a capire che l’incasso annuale derivante dalla gestione dei 221 stalli dovrebbe aggirarsi intorno alla cifra di 300.000 all’anno, il che vuol dire 9.000.000 di euro per i 30 anni concessi.

Cosa ne dite, non male come opera sociale di valorizzazione di una periferia degradata, vero? Va beh, per non piangere proviamo a sorridere, specialmente dopo aver appreso che la Giunta (così come dichiarato dall’assessore alla Mobilità Dalmasso) ha intenzione di conferire un incarico ad un agronomo per verificare se sia possibile asportare e traslare i 10 cedri secolari con radici attinenti per ripiantarli in piazza d’Armi. Ohibò, ohibò e ancora ohibò! Ma se le cose stanno così, vuol dire che questi benedetti cedri potranno essere belli e vivaci per chissà quanti anni se trattati con le dovute maniere? E allora perché ingegnarsi a trasportarli in altri siti quando è possibile rivitalizzarli, lasciandoli lì e provando ad utilizzare diversamente i 3 mllioni e oltre di euro ottenuti dal finanziamento pubblico?

Cari amministratori, sapete che siamo proprio curiosi di vedere come andrà a finire questo “project financing”?

Angelo Bodino

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