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Per favore, a Cuneo facciamo bello anche il piazzale della stazione

CUNEO

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DENIS SCOTTI - Ecco a cosa porta lo stato di abbandono, cosa porta il senso di disaffezione che i cittadini hanno verso questa piazza oggi utilizzata solo più come passaggio obbligatorio verso la stazione ferroviaria.

Non è questa la città che voglio, non può nemmeno essere la città che vogliono la maggioranza dei cuneesi. Sta in questa foto il significato di una lotta, delle continue denunce o di una pagina Facebook di successo.

Sta qui la motivazione per continuare un lavoro che dovrà portare, per forza di cose, ad un cambiamento nel modo di intendere questa città. Non più zone di serie A o di serie B, ma un grande progetto volto a riqualificare contestiin difficoltà.

Perché se è vero che “Cuneo si fa bella”, è altrettanto vero che oltre alle zone al momento sono completamente dimenticate. Il richiamo all’attenzione verso corso Giolitti e il piazzale della stazione non può più passare inosservato, pena il completo abbandono dei cittadini rispetto questo punto nevralgico di Cuneo che, anni addietro, si prestava in modo perfetto per raffigurare l’altopiano su cartoline e pubblicità varie, ma che ora è soltanto un lontano ricordo sbiadito di ciò che era.

Ho in mente una frase dell’ex Presidente della Repubblica Scalfaro che in un incontro pubblico, quando era ancora in carica, affermò: “non c’è parte del territorio dove lo Stato non sia presente”. Oggi questa frase non potrebbe essere confermata.

Lo Stato ha cominciato l’inesorabile opera di ritiro “armi e bagagli” dal territorio iniziando dalla periferia. I fondi che arrivano da Roma verso i comuni sono sempre meno, le ProvincE, svuotate di ogni significato e liquidità, non rappresentano più quel punto di riferimento su cui i cittadini potevano contare. Mi chiedo di questo passo dove andremo a finire.

Denis Scotti

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