CUNEO CRONACA - Nelle zone rosse come il Piemonte e la provincia di Cuneo, i mercati sono fermi da settimane. Sagre e fiere sono bloccate da oltre un anno. Il continuo apri e chiudi e gli esigui ristori ricevuti rendono la situazione non più sostenibile. Il settore del commercio ambulante è ormai allo stremo e il rischio di fallimenti è alto.
Per questo oggi (mercoledì 7 aprile) a Cuneo rappresentanti di categoria e lavoratori sono scesi in piazza per porre all'attenzione del Governo il pesante disagio in cui versa il settore e per chiedere urgentemente la riapertura del comparto e la garanzia di ristori veri ed immediati finché la situazione non si stabilizza.
Il presidente del Sindacato Venditori Ambulanti e su Aree pubbliche Fiva Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Cuneo, Gualtiero Chiaramello assicura: "Abbiamo fatto stilare dei piani di sicurezza per poter gestire la clientela e siamo assolutamente in grado di farlo".
"L'intenzione di Cirio - ha confermato Caramello - è quella di portare avanti la richiesta delle aperture dei mercati in zona rossa". Bisognerà attendere il responso da Roma. Intanto è stato consegnato al prefetto di Cuneo un documento contenente una serie di richieste concrete per fare fronte alla crisi.
Di seguito il testo completo:
"1 - Certezza delle aperture
Non più sostenibile aprire e chiudere ad intermittenza, così non è possibile fare impresa. Qualunque attività imprenditoriale ha bisogno di programmare, sia per la gestione dei dipendenti che l'approvvigionamento delle merci e l’organizzazione della struttura.
2 - Sostegni adeguati
Per i periodi di obbligo di chiusura non sono arrivati sostegni adeguati ed immediati che potevano garantire la sopravvivenza dell’impresa. E' evidente che se perdura questa situazione i sostegni devono continuare, al fine di non distruggere un patrimonio di imprese ambulanti, che è tipico della cultura e della storia della nostra Nazione. Teniamo conto che da inizio 2020 ad oggi hanno chiuso o cessato 15.600 attività.
3- Prestiti a lunga scadenza
Al fine di favorire la ripartenza, dopo una situazione così drammatica che ha messo a dura prova la resistenza delle attività, è necessario prevedere dei prestiti fino a 30.000 euro, con la garanzia dello Stato da restituirsi a partire dal quarto anno dalla erogazione.
4- Velocizzare la vaccinazione
Siamo consapevoli che l’unica arma veramente efficace, al di là del rispetto delle regole di sicurezza, siano i vaccini. La gestione della distribuzione dei vaccini ad oggi è risultata poco organizzata e distorta da alcuni comportamenti regionali, che anziché favorire gli anziani o le categorie con patologie maggiori, hanno favorito categorie o privati che non erano prioritarie. Chiediamo quindi di migliorare la distribuzione affinché le attività possano ripartire e la popolazione ritorni alla normalità.
5 - Parità di trattamento tra le attività
L’allegato 23 al Dpcm 2 marzo 2021 consente, anche in zona rossa, il commercio al dettaglio "ambulante itinerante" e nel commercio fisso oltre che di prodotti alimentari e fiori, anche di profumi e cosmetici; saponi, detersivi ed altri detergenti; biancheria; confezioni e calzature per bambini e neonati ma incredibilmente, non permette la vendita dei beni di prima necessità agli operatori che esercitino all’interno dei mercati, né “al chiuso” né all’aperto. Tutto ciò genera confusione ed incomprensione oltre che ingiustizia".