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Oltre 3mila partecipanti alla Carovana della pace: l'appello dell'Anpi per la pace e il negoziato

CUNEO

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CUNEO CRONACA - Si è conclusa a Boves, in provincia di Cuneo, la manifestazione della Carovana della Pace 2023 che ha visto oltre 3000 partecipanti. Per l'Anpi è intervenuto il presidente nazionale Pagliarulo: "Dobbiamo ciascuno di noi, per quanto possibile, agire per contribuire a innescare un meccanismo di negoziato, di trattative, di diplomazia per uscire dallo stallo della guerra". "Ma ciò che è sconcertante è che non abbiamo mai sentito da parte dell’Unione Europea la parola negoziato, e che nella recentissima relazione di Ursula von der Leyen, piena di toni bellicisti e trionfalisti, si chiude la porta in faccia a qualsiasi trattativa!". 

"Sta cambiando il mondo a grande velocità. Si allarga sempre più il fronte che chiede una nuova geografia mondiale, un mondo nuovo, multipolare e di pace. Questa è la richiesta che viene da tanti Paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina. E a ben vedere questo è il messaggio che ci viene da milioni, miliardi di persone senza potere, senza voce, senza volto”. "Possiamo manifestare – ha aggiunto Pagliarulo - allarme e preoccupazione per l’espandersi in Italia della cultura dell’emergenza, della discriminazione, della sanzione e della punizione, tipica dei regimi autoritari e repressivi? Noi affermiamo che qui ed ora, quando più che mai occorre applicare la Costituzione, ove si afferma che la Repubblica riconosce e garantisce come inviolabili i diritti umani e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà, si semina invece il vento pestilenziale dell’odio!”.

“Noi chiediamo al nostro governo e all’Unione Europea di essere finalmente attori di una proposta di negoziato che parta da un immediato cessate il fuoco”. “Siamo tutti in cammino – ha concluso - sulla strada che ci unisce, umani fra gli umani, davanti alla più grande sfida che la guerra vorrebbe farci dimenticare: i disastri, le alluvioni, lo scioglimento dei ghiacciai, la desertificazione, in sostanza il riscaldamento globale. E ci muoviamo tutti, realisticamente consapevoli della tragedia della guerra, uniti dall’idea di un mondo che ponga finalmente al centro il valore della persona e della sua dignità, custodi di un fuoco di speranza e di emancipazione, ci muoviamo tutti verso l’arcobaleno di un nuovo umanesimo. Perché un arcobaleno? Ce lo spiegano le parole di Gianni Rodari: “Un arcobaleno senza tempesta, questa sì che sarebbe una festa. Sarebbe una festa per tutta la terra, fare la pace prima della guerra”.

(Foto di Francesco Doglio - Testo tratto dalla pagina Facebook Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI)

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