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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Svegliarsi e pensare al significato della guerra.
Come concepiamo oggi la guerra?
L'etimologia della parola guerra si ricollega all'antico tedesco werra: mischia, groviglio di corpi, scontro disordinato. Mentre il termine conflitto bellico deriva dal combattimento ordinato tipico dei Romani. Quindi, corpi che cercano di distruggersi l'un l'altro, insomma l'eclissi totale di un barlume di umanità.
Oggi la guerra, sempre priva di umanità, forse, è percepita in modo diverso.
Ieri sera, seguendo le notizie al telegiornale, lungi da me comprendere le tattiche belliche, mi domandavo se osservando le immagini in diretta della guerra, del conflitto bellico, ci rendiamo conto della gravità dell'evento.
Sono nata nel 1947, anno in cui il Trattato di Parigi ha formalmente concluso le ostilità tra l'Italia e le Potenze Alleate.
Insomma sono nata in Italia in tempo di pace! E' questo il punto!
Di guerra ho sentito parlare da mio nonno materno Francesco, che era nei corazzieri, ma in modo velato perché ero piccina, non voleva turbarmi. I miei genitori Gina e Mario hanno accennato a episodi drammatici vissuti, ma non ho mai approfondito, non era un argomento che amassero affrontare.
Poco alla volta si stava pensando a risollevarsi dalle "macerie" della guerra.
Credevo che non avrei mai più sentito parlare di guerra. Invece no.
Non mi addentro in temi storico-politici, ma questi giorni sicuramente passeranno alla storia. E noi ne facciamo parte.
Il pensiero mi sgomenta, tuttavia, ogni giorno penso di essere fortunata perché, fino ad oggi, in Italia ho vissuto in tempo di pace.
Fiorella Avalle Nemolis