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Non si illudano i No-Tav, l'opera è troppo importante per l'economia e alla fine si farà...

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Se fossi un militante o simpatizzante No-Tav, avrei cessato di sperare nella vittoria del movimento, senza più fidarmi delle giravolte dei politici. Il destino dell'opera, che non è il collegamento ferroviario merci e passeggeri tra Torino e Lione risparmiando mezz'ora, ma la realizzazione di parte del corridoio europeo Lisbona-Kiev, è segnato.

 

Dalla parte francese sono stati scavati sette chilometri del tunnel di base, contrariamente a quanto affermano e scrivono giornali e sostenitori d'area. Oltre a svariati chilometri dei tunnel ed opere collaterali. Così come da noi è stata costruita gran parte della galleria di collegamento.

 

O i sette chilometri scavati in Francia sono una realtà, oppure una evidenziabile falsità. Sulle valutazioni dei tecnici "toninelliani" si può disquisire, dissentire, contrapporre giudizi in contrasto, con impostazione diversa, e rigore scientifico. Ma che i 7 chilometri scavati esistano e si avanzi di 25 metri al giorno oppure non si sia neppure scavato un centimetro - come afferma da parte No-Tav - è già stata effettuata verifica. Corrisponde a verità.

 

Si smetta di somministrare sciocchezze quotidiane su una grande opera, che interessa l'intero settentrione e l'Europa. Chi da Venezia, Milano, Torino, desidera raggiungere Parigi in poche ore, senza usare l'aereo, potendo salire e scendere in centro città, lo potrà fare. Così per le merci, per le quali l'iniziativa è stata concepita. Anzichè migliaia di Tir per le strade, con le conseguenze sull'inquinamento, l'intasamento ed i pericoli, le merci provenienti dai nostri porti e dalle nostre industrie viaggeranno su rotaie. Ci vorranno almeno 10 anni perchè il primo convoglio attraversi il valico. Sono i tempi di tutte le grandi opere.

 

Per realizzarle occorrono grandi governanti, soprattutto lungimiranti ed attenti al futuro dei popoli, non alle prossime - continue - scadenze elettorali. Secondo la mozione gialloverde, l'opera sarà ridiscussa integralmente. Ma contestualmente vengono avviati bandi per non perdere i 300 milioni stanziati dall'Europa.

 

Non credano - i simpatizzanti No-Tav - che questo stop temporaneo significhi l'antipasto della rinuncia all'intervento. E' una piccola caramella offerta dal Capitano, una caramellina in cambio di un gigantesco panettone. L'illusione, per i No-Tav, è che il gioco sia ancora aperto, mentre, come è già avvenuto per l'Ilva di Taranto ed il Tap, i giochi sono già fatti. Il movimento pentastellato otterrà ancora qualche consenso alle Europee di maggio, soprattutto dai fedelissimi No-Tav, mentre potrà dimenticare parte dei voti del Meridione, nonostante il reddito di cittadinanza. Perderanno i voti dell'area sulla quale il corridoio europeo dovrà essere realizzato, che erano andati, dopo la quasi sparizione del Pd, in parte ai seguaci di Grillo ed in altra a Salvini.

 

Senza curarsi del Paese, in recessione e prossimamente a rischio patrimoniale o aumento Iva, nonostante gli incoraggiamenti del premier e le perplessità del ministro dell'Economia, fino alle Europee assisteremo ad un balletto delle previsioni sullo stato del Paese, ricevendo ampie rassicurazioni per il secondo semestre, che viene indicato in ripresa.

 

Ricordiamoci delle promesse di identico tenore già udite lo scorso anno, mentre la recessione si avvicinava. Ci assicuravano un futuro roseo, ma sempre nel prossimo semestre. Cavour, nei 51 anni di vita, ha saputo portare il piccolo Piemonte ad essere uno stato rispettato ed unito. Ha fatto realizzare, in pochi anni, il traforo del Frejus. Questi, un giorno promettono, il successivo smentiscono e poi ripromettono.

 

Cavour disponeva di fior di ingegneri realizzatori, progettisti, geologi, matematici, quasi tutti senatori. Ha impiegato meno tempo a realizzare l'opera di quanto noi ne abbiamo perduto per fare e rifare valutazioni, studi di fattibilità e calcoli di convenienza. I pentastellati hanno bloccato le opere, temendo la corruzione. Hanno dimenticato di valutare gli effetti del blocco sull'economia, l'occupazione, le imprese di costruzione, l'indotto.

 

Nuove elezioni, inevitabili dopo le Europee, ridimensioneranno i pentastellati e cacceranno i loro rappresentanti inadeguati. Dopo il grillismo - parentesi infausta - ci auguriamo che lo Stato sia amministrato da statisti. Anche se non ci sono in vista nuovi Cavour o Quintino Sella, c'è di meglio di quanto oggi abbiamo.

 

Piercarlo Barale

 

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