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Non è vero che l'onestà non paga, ma in economia come in politica spesso la verità si fa strada lentamente

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Un detto di origine incerta afferma che il delitto non paga. A parte il rischio di essere beccati, di finire in carcere e di risarcire le vittime, sussiste una qualche rivalsa della società, secondo principi "morali ed etici", a prescindere dalle statuizioni religiose o dalle teorie filosofiche.

Sia nelle famiglie, che nelle organizzazioni commerciali, industriali, aventi come scopo l'accumulo di denaro e di potere, se si procede scorrettamente, alla lunga - talvolta neppure troppo - le violazioni portano a fallimenti, perdita di clientela e di potere, annullando così i benefici illecitamente o slealmente conseguiti.

Vale anche e soprattutto per gli istituti bancari. Alla ricerca del potere nel contesto finanziario e politico, alcune - troppe - banche nostrane, alle quali si era rivolto il risparmiatore, con il consueto, secolare, disattento e completo affidamento, hanno danneggiato se stesse, il proprio prestigio e soprattutto la clientela. Si erano inventati i derivati, così fingendo - nelle stanze dei bottoni e dei milioni - di aver trovato la pietra filosofale per produrre - dal nulla - l'oro, cioè il denaro. Alcune hanno inondato il mercato, convincendo od obbligando i collaboratori - venditori sul campo, a vendere titoli senza speranza di rimborso o realizzo. Altre hanno prestato quattrini a palate a politicanti, intrallazzatori, faccendieri, che fornivano garanzie insussistenti, ridicole o addirittura false.

Spiace che i principali utilizzatori di queste elargizioni folli da parte di alcune banche, fallite o rifinanziate a spese della collettività, siano personaggi noti, che con disinvoltura e senza conseguenze economiche e fondi, l'abbiano fatta franca. Così come coloro che li hanno illecitamente ed indebitamente finanziati, che hanno continuato imperterriti ed impuniti a dirigere e possedere imprese e società varie, anche bancarie.

Ricorderete anche varie industrie automobilistiche, che hanno "taroccato" le centraline per la misurazione delle emissioni di Co2 dei diesel. Se ne sono accorti gli americani, irrogando sanzioni da brivido, con obblighi ferrei per tutte le auto prodotte con tali congegni.

Intanto, proprio in questi giorni, una delle principali banche tedesche ha annunciato una svolta di risparmio, soprattutto sui dipendenti, le consuete vittime.

Anche in politica vige questo principio etico di pagare le colpe proprie o dei padri. Spesso sono i padri stessi che le pagano, nelle successive tornate elettorali. Vediamo come la Grecia è stata "riconoscente" con il leader che aveva accettato - non ne avrebbe potuto fare a meno - le sanzioni europee, conseguenti ai deficit di bilancio ed al taroccamento delle varie poste dello stesso.

Gli è stato preferito un partito di destra che si presenta moderata, intenzionata a rinegoziare con l'Europa le condizioni conseguenti ad un decennio di dura amministrazione controllata. Chi ha bene amministrato lascia il passo a chi promette condizioni migliori di vita, anche senza visibili possibilità di realizzazione. Viene premiato il sogno popolare di vita migliore, si vogliono dimenticare i sacrifici, si cambia anche il volto del leader. Il nuovo appare preparato, credibile, appartenente ad una famiglia di comprovata capacità e serietà. Difficilmente sopravvivono politicamente coloro che hanno dovuto attuare politiche economiche e fiscali pesanti, anche se indispensabili.

Nel nostro Paese toccò a Monti, con lo spread a 500 ed i mercati in subbuglio, arginare il passivo, mettere mano alle pensioni, non allineate all'aumento della vita lavorativa ed alla durata della stessa. Così ha dovuto fare Putin in Russia, provocando un notevole calo della sua popolarità. Vi sono decisioni che non possono essere prorogate e debbono essere assunte, perché dipendono da fattori obiettivi, mutati nel tempo. I populisti cercano non solo di evitarle, ma sono i primi a criticare quelli che le hanno dovute assumere.

La Grecia era arrivata al default perché gli euro venivano esportati illegalmente da una parte della nomenclatura e dalla borghesia, al punto da non consentire più il pagamento di stipendio e pensioni. Per gli autori di questa predazione, totale impunità. Erano essi stessi al potere, mentre i quattrini sparivano verso Panama ed altri paradisi fiscali. Hanno fatto come tanti tirannelli, che se ne sono andati dopo anni di dominio, con l'oro della banca dello Stato, accolti in qualche paese compiacente. Poi, spesso, i loro figli o complici hanno pagato, anche duramente.

E' avvenuto da noi con il fascismo, quando quelli che hanno provveduto a raccogliere l'oro per la patria, il ferro delle recinzioni per farne pallottole, se ne sono in gran parte appropriati. Dopo aver ostentato in pubblico la donazione personale dell'anello nuziale o del portone della villa. In tante piccole realtà paesane si ricordano ancora gli autori di tali imbrogli, che non si sono rivelati positivi per loro stessi o per i loro discendenti.

Attenzione a dare credito alle promesse sapientemente propinate dagli addetti alla propaganda di partiti populisti e sovranisti, che non considerano che siamo, come dicono i liguri, "in braghe di tela".

Intanto gli odiatori hanno provocato il disprezzo per il diverso, personificato dall'immigrato. Con la paura sale l'odio. La violenza è prima verbale. Poi arriva il peggio.

Piercarlo Barale

 

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