Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Nina Grosso, l'ex contabile della Ferrero di Alba che traduceva i numeri in filosofia di vita

BRA

Foto
Condividi FB

FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Nina Grosso inizia così il racconto della sua vita: "Sono nata a Bra il 10 giugno del 1940, data storica in cui l'Italia ha dichiarato guerra alla Francia, e ti lascio immaginare che vita si prospettava per me. Conseguito il diploma all'istituto tecnico Ernesto Guala di Bra, nel 1961 sono stata impiegata alla Ferrero dolciaria di Alba. Nel 1963 mi sono sposata, nel 1964 è nata mia figlia Claudia, così è iniziato il doppio lavoro di mamma e di impiegata. In particolare, il mestiere di mamma è stato ogni giorno una nuova scoperta, così, di lì in poi, sono andata avanti agguerrita verso qualsiasi imprevisto che la vita mi avrebbe prospettato. Nel 1995, anno del pensionamento, si è concluso il mio rapporto con l'azienda".

Nina Grosso in tre parole ha riassunto gran parte della sua vita e, con un candore quasi imbarazzante, racconta dei lunghi anni di lotta trascorsi per fare quadrare i numeri. Infatti, pur navigando in marosi contro l'agguerrita flotta di cifre, non si è mai inaridita, anzi, è persino riuscita a trarne poesia.

Con quale ruolo hai iniziato il lavoro in Ferrero?

“Dal 1961, anno del mio impiego, mi sono sempre occupata di amministrazione. In un primo tempo ero nella segreteria del direttore amministrativo, poi sono passata in contabilità generale e, nello specifico, ero specializzata nel controllo dei conti propedeutici al bilancio. Pertanto, dovevo predisporre con la massima accuratezza, i dati che concorrevano alla determinazione dell'utile, affinché risultassero idonei all'esame pubblico, in particolare all'adempimento fiscale e contributivo. Negli ultimi anni, grazie all'esperienza acquisita, mi hanno affidato tutta la contabilità della ditta denominata Ferrero Sud, con sede ad Avellino. E' stata una grande responsabilità: ho svolto per dieci anni un attento lavoro di analisi e sintesi nella tenuta dei conti".

Non ti ha snervato quella lotta continua con i numeri?

“E' vero ho lottato per anni, però non ho mai avvertito la sensazione di avere una mente ristretta o troppo precisa: forse, sarà perché sono del segno dei gemelli?”.

Non approfondisco l'argomento, certo è che la doppia personalità è una caratteristica del segno zodiacale dei gemelli; inoltre è un segno particolarmente intellettuale, che vaga con la mente in campi diversissimi e prova un piacere infinito nella conoscenza.

Nina prosegue: "Quindi, quando ero stanca di contare, in tasca avevo sempre pronta un'alternativa: mi mettevo a cantare, mi dedicavo alla cucina e scrivevo poesie. Il segreto per riuscire ad amare il proprio lavoro è, che se ne vedi solo i pesi, diventa gravoso, se ne vedi solo le cifre diventa arido, mentre se sai ascoltare, senti palpitare la vita anche nei numeri e tutto diventa interessante a 360°.

Un esempio?

"L'azienda Ferrero di Alba elargiva prestiti ai contadini del Sud che non avevano i mezzi per acquistare le reti antigrandine, quindi li metteva in condizione di avviare la coltivazione di nocciole per poi venderle alla ditta Ferrero Sud. Perciò, a fronte di calcoli, di spese, in questo caso i numeri costituivano il benessere dei contadini, mettendoli al riparo dal pericolo di mancato raccolto. Ecco come dai numeri io ricevevo gioia. Insomma è questione di tradurre i numeri in vita, una sorta di umanizzazione di qualcosa che appare solo astratto: questo è il bello! Il conto non è mai freddo, lo diventa se lo siamo noi, a ben pensarci, il conto o conteggio è anche una filosofia: per questo aggiungevo sempre quel quid di immaginazione che mi impediva di diventare arida".

Quale merito ti ha riconosciuto l'azienda?

"Risultare tra le tre dipendenti passate di prima categoria, su 600 donne. Per l'epoca era un traguardo importante".

Cosa ti preme più di tutto?

“Cercare di non pesare sugli altri e credo che il fatto di non annoiarsi mai sia una buona terapia per auto curarsi. Così, un numero dopo l'altro, sono giunta alla pensione: è stato un bel concludersi del lungo periodo lavorativo, perché anche in questa fase della vita ho continuato a ricevere le cure sanitarie dalla Fondazione Ferrero".

In cosa consistono le cure?

"L'azienda si è sempre presa cura della salute dei dipendenti: ad ognuno è assegnata una scheda sanitaria che contiene le varie fasi del proprio stato di salute, attraverso referti medici riguardanti le eventuali patologie riscontrate negli anni. Inoltre usufruiamo dell'accompagnamento gratuito per chi non è autosufficiente e delle visite specialistiche gratuite. Questo è un grande dono, di cui siamo molto riconoscenti".

Come riassumeresti in poche parole la funzione della Fondazione Ferrero per i dipendenti in pensione?

"E' una meravigliosa struttura che offre al dipendente una conclusione rispettosa, pensata personalmente dal signor Michele Ferrero. E' stato un coronamento alla nostra vita lavorativa essere circondati da tutto ciò che di bello esiste e di cui magari prima non abbiamo potuto usufruire. Ci ha fatto un grande dono: togliere dal cassetto i nostri sogni rimasti irrealizzati, mettendoci a disposizione un'infinità di attività che soddisfano i desideri di ognuno".

Che ruolo hai avuto nella Fondazione Ferrero?

"Mi sono resa disponibile per fare da tramite fra la Fondazione Ferrero e le famiglie. Nel ramo intrattenimento, mi sono offerta come nonna dispensatrice di coccole, di carezze e di leggere le fiabe, tra cui anche quella scritta da me".

Come ti spieghi la singolare consuetudine, da parte di tutti i dipendenti, di chiamare solo per nome il signor Ferrero?

"Non era mancanza di rispetto, anzi, era un'espressione di grande affetto e riconoscenza".

Fiorella Avalle Nemolis

VIDEO