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Nicolò Filippo Rosso da Busca al Centro America, un fotografo sulle rotte dei migranti

SALUZZO

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ALICE MARINI - Una donna e due bambini attraversano il Rio Bravo, diretti verso il Muro che divide El Paso in Texas e Ciudad Juárez in Messico. L’immagine dice tutto. E’ una foto simbolo di "Path Away", l’ultimo capitolo fotografico del cuneese Nicolò Filippo Rosso che ha documentato l’ondata migratoria del 2021 nell’America Centrale. Un lavoro che lo ha portato ad ottenere il 1° premio al ZEKE Award del Social Documentary Network, che riconosce il lavoro di due fotografi su questioni globali. Solo un anno fa è stato fra i vincitori del World Press Photo 2020, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, nella categoria Contemporary Issues con "Exodus" sulla diaspora venezuelana. (Clicca QUI)

Nell’ultimo anno ci siamo abituati a sentire parlare degli effetti della pandemia globale, ma le crisi umanitarie, i conflitti e le emergenze ambientali non sono mai finite. Oltre ai peggioramenti dovuti al Coronavirus, negli ultimi mesi del 2020 in Centro America e nelle isole caraibiche colombiane gli uragani Eta e Iota si sono susseguiti a meno di due settimane di distanza, lasciando sulla loro scia catastrofiche inondazioni e decine di migliaia di sfollati climatici. 

Spiega il fotografo documentarista 35enne, originario di Busca, dal 2014 di base in Colombia: "Sono andato in Honduras per documentare le conseguenze del disastro con una borsa di studio delle Nazioni Unite e della Fundación Gabo. A metà gennaio ero a San Pedro Sula quando un’ondata migratoria, la più grande degli ultimi 20 anni, ha iniziato il suo cammino verso Nord. Ho deciso di seguire i migranti e sono ancora in viaggio. Ora sono alla frontiera tra Stati Uniti e Messico dove sto documentando l’arrivo di migranti da diversi paesi che attraversano il Rio Grande per richiedere asilo in Usa".

Sono tantissime le persone espulse ai passaggi di frontiera, spesso militarizzati, che cercano altre vie anche molto pericolose per superare il confine. A questo si aggiunge il grande numero di minori che tentano di ricongiungersi con i famigliari e l’utilizzo del "titolo 42", figlio dell’Amministrazione Trump e mantenuto in vigore da Biden: si tratta di un codice di emergenza di salute pubblica che prevede l’espulsione immediata per prevenire la diffusione del Covid-19, negando ai migranti la possibilità di chiedere asilo.

Violenza e povertà sono alla base di questi fenomeni migratori che il fotografo cerca di raccontare attraverso il linguaggio delle immagini, "più facile da comprendere universalmente delle parole". Il suo bianco e nero riesce a concentrare senza disperdere l’attenzione sulle cose più importanti. Come l’umanità di quelle persone che cercano con forza di sopravvivere. E in questo modo, fotografando, riesce a raggiungere attraverso la comprensione degli altri, anche la comprensione di se stesso.

L’ultimo lavoro di Nicolò Filippo Rosso sarà esposto a Photoville, a New York, in autunno, e alla Bridge Gallery di Cambridge, Massachussets, alla fine del 2021. 

Alice Marini

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