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Nei referendum svizzeri decide chi vota (non serve il quorum)

CUNEO

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CLAUDIO RAO - Qualche parola di riflessione sull'intervento di Valter Cavallo (http://www.cuneocronaca.it/notizia.php?nID=7978 ) che condivido e sottoscrivo. Il referendum popolare è una forma di democrazia diretta che vorrei vedere più presente ed utilizzato nel nostro Paese perché lo ritengo una grande opportunità di cittadinanza attiva.
Non soltanto come abrogativo quanto anche e soprattutto propositivo.

E magari in forma meno complessa del “voto SI per dire NO”. Perché la democrazia vera (demos vuol dire popolo) passa attraverso le scelte popolari, fiduciosa di quella maturità socio-politica che, diciamola tutta, raramente i media promuovono e difendono.

In Francia il generale De Gaulle, fondatore della 5° Repubblica e dell'elezione diretta del   capo dello Stato, ha sempre affermato la sua grande fiducia nella maturità politica del popolo francese. In Svizzera dove vivo attualmente vi sono ancora paesini dove la gente vota in piazza e per alzata di mano!

Le votazioni referendarie elvetiche, per esempio, non richiedono quorum. Quella che da noi, da tutela, è diventata una trappola politichese! E si fa un grande uso dei referendum, non solo per questioni nazionali o federali, ma anche per decisioni che noi potremmo definire “minori” o locali.  Non che in Svizzera votino massicciamente. Pare che in molti casi siano soltanto in 20%. Tuttavia: chi si interessa, decide!

Lasciatemi poi spezzare una lancia in favore della mia idea di democrazia. Un cittadino chiamato alle urne per un referendum ha il diritto-dovere di recarvisi. Per approvare o respingere. L'astensione non mi pare un atteggiamento responsabile. Decisamente grave è invece invitare apertamente all'astensione! Se poi sono i rappresentanti popolari, gli eletti della Repubblica a farlo, allora forse bisognerebbe ascoltarli, ma alle elezioni politiche, quando si aspettano di vedersi riconfermare sui loro scranni!

In ogni sondaggio d'opinione ci sono i favorevoli, i contrari e l'infima minoranza di quelli che “non sanno” o non si pronunciano. E cosí dovrebbe essere anche per i referendum. Chi è contrario lo dica forte e chiaro, ma lo dica. E chi non lo sa... rifletta. Anche una scheda bianca o nulla che non invalida la partecipazione democratica dei concittadini puo' significare i dubbi e le perplessità.

E se anche da noi a Cuneo, seguendo gli esempi di Vicenza, Trento e Bolzano, come sembra suggerire Valter Cavallo, abolisse il famigerato “quorum”?

Claudio Rao

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