MONTAGNA
CUNEO CRONACA - Si è svolto il primo incontro del tavolo di lavoro sulla scuola, previsto nell’ambito degli Stati Generali della valle Stura: la riunione si è tenuta nella sede dell’Unione Montana e vi hanno preso parte sindaci o rappresentanti di tutti i Comuni del territorio – in presenza o in collegamento online – e i tre dirigenti scolastici degli Istituti Comprensivi del territorio, Diego Deidda di Demonte, Luciana Ortu di Borgo San Dalmazzo e Cristina Bersani di Cervasca, che ha un plesso nel territorio comunale di Vignolo.
La riunione ha toccato un tema che riveste un’importanza cruciale per il futuro della valle, alle prese con la crisi del calo demografico: un problema indipendente dall’azione locale e che si riscontra anche nel resto del Paese, ma che colpisce il territorio di valle in modo particolarmente grave poiché si somma a un preesistente impoverimento del tessuto sociale delle aree montane dovuto a ragioni economiche. La sfida che questo tavolo ha iniziato ad affrontare è come rispondere in modo propositivo a questa problematica, individuando azioni che possano favorire un ritorno di giovani e famiglie, con la consapevolezza che perdere nuovi nati e non poter garantire a chi sta crescendo in valle l’accesso all’istruzione scolastica in loco, o a poca distanza dal luogo di residenza, significherebbe desertificare in modo irreversibile una parte del territorio.
La parola è stata data subito ai tre dirigenti, che hanno delineato il quadro della situazione dei loro istituti: se nel plesso di Vinadio la situazione numerica degli allievi è già critica, si prevedono grosse difficoltà anche per la primaria di Demonte nei prossimi 5 o 6 anni a causa del basso numero di nascite registrate di recente. Il calo, seppure di entità numericamente meno evidente, si ravvisa anche negli istituti di Borgo San Dalmazzo e di Cervasca. L’impatto demografico, è stato sottolineato, non si limita alla riduzione del numero di bambini o classi, ma penalizza l’organizzazione degli istituti a causa dei meccanismi di riduzione del personale, che non è proporzionale alla diminuzione degli alunni.
Se è riconosciuto da tutti che la presenza di Istituti Comprensivi e plessi scolastici sul territorio sia una condizione da salvaguardare per mantenere la qualità di vita e dell’istruzione per chi sceglie di vivere in montagna, è anche noto che a livello ministeriale è in corso un processo di dimensionamento scolastico, ovvero di riduzione del numero degli istituti sui territori per razionalizzare l’organizzazione e contenere le spese. Anche la provincia di Cuneo è tenuta a ridurne il numero e l’Istituto Comprensivo di Demonte è stato indicato, in un documento recente, come sede da dimensionare a partire dall’anno scolastico 2026-2027. Questo pone il territorio di fronte a una situazione che gli amministratori sono consapevoli e concordi si debba affrontare adottando una strategia integrata e sovracomunale, senza focalizzarsi in particolarismi. Nel corso della riunione sono state ipotizzate le diverse direzioni che si potrebbero imboccare per individuare uno scenario condiviso: si è parlato in sostanza di possibili strategie di accorpamento tra Istituti, ben consapevoli tuttavia che le esigenze didattiche e le problematiche sociali sono diverse tra l’utenza di valle e quella dei centri la cui utenza scolastica guarda di più verso la pianura. Dirigenti scolastici e amministratori sono stati concordi nel sostenere che, se sarà questa la situazione verso la quale si procederà, si dovrà ragionare su come tarare in modo corretto e bilanciato la proposta formativa.
Un altro tema emerso è la necessità e la volontà di investire nelle strutture scolastiche e nell’offerta formativa, esplorando nuovi modelli didattici: la scuola di Demonte, dopo i lavori che sono stati effettuati, dispone di spazi innovativi e a Vignolo si adottano metodologie di insegnamento all’avanguardia e particolarmente apprezzate. Anche a Vinadio si effettueranno lavori per l’ammodernamento degli edifici scolastici. Tutti elementi da coniugare ad azioni di incentivazione per nuove residenzialità in montagna e di coinvolgimento delle principali aziende locali per esplorare forme di collaborazione che possano favorire l'insediamento di famiglie nel territorio.
«Invertire la situazione di spopolamento e della perdita di tessuto sociale in zona alpina è possibile – ha detto il presidente dell’Unione Montana Loris Emanuel –, e lo dimostrano i dati che sono stati presentati recentemente al Cuneo Montagna Festival, quando in un convegno sulla Mezzaluna alpina – il territorio delle valli che gravitano su Saluzzo, Cuneo e Mondovì – è stato fatto notare che in altre zone montane italiane ed europee la montagna continua a mantenere abitanti: il fenomeno che viviamo in provincia di Cuneo e in Piemonte è piuttosto un’eccezione, non una regola confermata anche altrove, e dunque possiamo individuare soluzioni integrate per arrestarlo e invertirlo».
Il tavolo di lavoro sulla scuola prevede un ulteriore incontro aperto al pubblico e in particolare alle famiglie residenti sul territorio, per sentire la loro diretta testimonianza in modo che la riflessione sul tema possa procedere nella forma più condivisa possibile. La data e il luogo della riunione saranno comunicate non appena definite.