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Monviso: cassonetti interrati o schermati non guasterebbero la vista

MONTAGNA

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ELISA AUDINO - A ogni tornata elettorale, il solito annoso problema dei cassonetti della spazzatura, con la proposta di schermarli o di posizionarli in luoghi più consoni.

A Envie, ad esempio, in passato qualcosa si è fatto, seppur limitatamente alle zone più centrali.

A Paesana, invece, i cassonetti sembrano  moltiplicarsi e non in termini di tipologia. In piazzetta Reynaud, ad esempio, doppia fila attorno ai muri perimetrali della chiesetta San Chiaffredo, peraltro andando a nascondere completamente un idrante che dovrebbe, invece, rimanere in posizione visibile in caso di necessità  (come dimenticare l'incendio doloso di qualche mese fa?).

Ma non è l'unico esempio. Ad Agliasco, giacciono ordinatamente parcheggiati in pieno orizzonte Monviso.
D'altronde, la spazzatura da qualche parte deve essere buttata e a nessuno fa piacere averla vicino alla porta d'ingresso. E, forse, la moltiplicazione dei contenitori dello stesso tipo nasconde solo esigenze di economicità. Più cassonetti, meno prelievi.

Ma, l'immagine riguarda solo il privato cittadino o le pattumiere fanno parte del biglietto di visita che si vuole offrire ai turisti? E la bellezza, quella a cui il noto arch. Maurino accennava mesi fa proprio a Paesana, è un'esigenza che ci appartiene in quanto esseri umani?

Non è ovunque così. Nella vicina Francia, anche nel più piccolo dei paesi, è tutto un rincorrere a trovare un modo per non deturpare l'occhio e la vista: dalle semplici schermature in legno, proprio come a Envie, ai contenitori interrati, come nel Briançonese, a dei box separati dal contesto esterno. Le vie sono tante, i costi contenibili, se si vuole.

La vera differenza è la visione del territorio e l'importanza che si vuole dare, appunto, alla necessità di vivere in luoghi belli, curati.

Elisa Audino

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