MONDOVì
La scritta "Juden hier", "qui ci sono ebrei", è comparsa nella notte a Mondovì (Cuneo), sul portoncino della abitazione di Aldo Rolfi, figlio della partigiana e intellettuale monregalese Lidia Beccaria Rolfi, deportata politica nel campo di concentramento di Ravensbrück nel '44. Fu lei a descrivere l'orrore del campo di concentramento nel '78 con il libro 'Le donne di Ravensbrück'. Dolore e sdegno per un atto che, come spiega il figlio in un post pubblicato su Facebook, è avvenuto all'indomani dell'uscita di un suo articolo dedicato al ricordo della madre e della Shoah, in occasione del 27 gennaio, Giorno della Memoria.
Dopo l'accaduto l'associazione MondoQui ha invitato gli abitanti di Mondovì e i membri di tutte le comunità presenti sul territorio a unirsi questa sera (venerdì 24 gennaio) alle 21, in via Rolfi, per un presidio pacifico "che dimostri la volontà di resistere a queste derive pericolose e di condannarle, senza mai dimenticare".
Dura la presa di posizione del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: "A nome della terra che rappresento - ha dichiarato - e che ha pagato con tante vite il rispetto e la difesa della libertà, mi indigno per un gesto ignobile che il Piemonte condanna con la sua storia e con i suoi sacrifici. Spero che i responsabili vengano individuati al più presto e puniti con il massimo rigore".
In merito alla vicenda si è espressa anche la deputata Pd della provincia di Cuneo Chiara Gribaudo: "La scritta comparsa a Mondovì sulla porta di casa di Aldo Rolfi, impegnato da sempre per trasmettere la testimonianza della madre staffetta partigiana Lidia Rolfi, è un atto senza precedenti in questa terra in cui tanto sangue è stato versato dai partigiani e dove in tanti hanno combattuto e rischiato la propria vita per proteggere gli ebrei dalla deportazione. Il clima d'odio in cui viviamo sta distruggendo la memoria e vuole riportare l'Italia alle leggi razziali del '38. Solidarietà alla famiglia Rolfi, la Granda è antifascista e non li lascerà soli. Serve una grande risposta democratica e civica a questa infamia".
Scrive in una nota il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro: "La scritta antisemita apparsa sulla porta della casa di Mondovì della famiglia della staffetta partigiana e deportata in Germania Lidia Beccaria Rolfi, scomparsa nel 1996, è di una gravità assoluta e deve essere fatto il possibile per assicurare alla giustizia i responsabili di questo gesto. Lidia Rolfi Beccaria è stata autrice di libri fondamentali per comprendere le drammatiche vicende della deportazione messa in atto dai nazifascisti, in particolare delle storie delle donne nell’universo concentrazionario nazista. Una memoria e una testimonianza che nessuna scritta potrà mai cancellare, ma proprio per questo deve ricordarci che l’antisemitismo e l’intolleranza razzista si annidano ancora nelle viscere della società contemporanea e vanno combattuti ogni giorno".
(Foto tratta dalla pagina Facebook di Aldo Rolfi)