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"Mi chiamo Bruna” con protagonista la disabile sommarivese è il miglior corto sulla sicurezza stradale

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - E' visionando il corto “Mi chiamo Bruna”, il racconto di una giovane donna tetraplegica sommarivese vittima di un incidente stradale, che se ne comprende la valutazione come miglior cortometraggio sul progetto sicurezza stradale della Scuola: I.I.S “A. Avogadro” di Torino, referente il prof. Antonio Mandarano.

Il riconoscimento è avvenuto nell'ambito del 14° Festival Nazionale del Cortometraggio scolastico per i giovani filmaker “Gabriele Inguscio”.

L'evento si è tenuto a fine luglio 2019, nel palazzo marchesale di Galatone, a 15 anni dalla morte dello sfortunato ragazzo, alla cui memoria è intitolato.

Nel video è difficile rendesi conto dello stato di immobilità della protagonista.

Bruna anche imprigionata nel suo corpo (parla, ma muove solo la testa e usa il computer mediante un congegno applicato agli occhiali), da un senso di normalità: è ben abbigliata, viso incantevole, appena sfiorato da un leggero trucco, unghie laccate e occhi azzurri che guardano oltre le difficoltà...ma non è proprio tutto così facile.

Il suo tono di voce è gradevole ed armonioso, non c'è ombra di drammaticità, né di vittimismo.

Morde la vita, non si arrende. Si espone allo sguardo altrui. Perchè la diversità desta curiosità. Imbarazzo. A volte paura. E' scomodo guardare in faccia la sofferenza...

“Bruna, perchè il corto?” “Fa parte del mio “Progetto Bruna” divulgare anche nelle scuole l'importanza della sicurezza stradale.

La mia presenza, la mia fisicità colpita fa riflettere. Forse, la forza che la gente vede in me è la forza della vita.”

Questa la motivazione rilasciata da Teresa Gatto, Presidente dell'associazione “Gabriele Inguscio“: Non conviene una notte “brava”, ne trasgredire le regole ben precise del codice della strada mettendo a repentaglio la propria vita.

L'eccessiva fiducia nelle proprie capacità può generare confusione e distrazione: il coraggio di Bruna, forse postumo alla sua sventura, è un monito per tutti; sopratutto per i giovani, per natura ardimentosi e recalcitanti, per i quali vari Assiciozianoismi organizzano campagne di sensibilizzazione per la sicurezza stradale. La vita è unica e preziosa, non va gettata via. I videogames indicano realtà virtuali che non si devono imitare”.

Bruna Manissero conclude: “Però grazie alla mia sventura, grazie per modo di dire, si è generato in me un qualcosa di benefico, di importante: fare prevenzione. Di vita ne abbiamo una sola, non voglio che i giovani ne sprechino un solo attimo.”

Quando siamo in salute ci sentiamo in un certo senso onnipotenti. Lontana l'idea che ci possa succedere ciò che è capitato a Bruna.

Fiorella Avalle Nemolis

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